De Luca: portare l’immondizia nelle cave abbandonate
«Ancora una volta i fatti ci hanno dato ragione. L’emergenza rifiuti in Campania è tutt’altro che passata»: il senatore Enzo De Luca, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ad esso connessi, è il primo firmatario di una nota del Pd che ha i nomi anche di Luigi Zanda, Roberto Della Seta, Alfonso Andria, Teresa Armato, Anna Maria Carloni, Franca Chiaromonte, Maria Fortuna Incostante e Adriano Musi. «Noi del Pd lo avevamo detto, spiegando anche i motivi che ci inducevano a ritenere il decreto legge 195 del 30 dicembre 2009 del tutto inadeguato ad affrontare in via risolutiva la crisi dei rifiuti della Campania. Gli scontri e le proteste riesplosi nelle ultime settimane sono scaturiti anche da disposizioni contraddittorie che hanno finito col disorientare i livelli istituzionali». «Bisogna rivedere quel decreto, accelerare il completamento dei termovalorizzatori previsti e spingere sulla raccolta differenziata. - spiegano i senatore del Pd - I Comuni, come ha fatto notare l’Anci e il Pd ha sottolineato più volte, non possono essere estromessi dalla gestione del ciclo integrato dei rifiuti e privati dalla titolarità di riscossione della Tarsu. Basta con gli spot e i proclami: dopo due campagne elettorali - quella per le Politiche e quella le Regionali - condotte cavalcando l’onda dell’emergenza risolta, il centrodestra prenda atto del fallimento della propria politica, delle difficoltà mai risolte e si convinca che serve un cambiamento di rotta radicale». I senatori del Pd sottolineano come «bisogna affrontare la situazione, che diventa sempre più drammatica, con determinazione e responsabilità, prendendo in considerazione le soluzioni alternative che consentono di intervenire radicalmente e sbattere la porta in faccia alla criminalità organizzata, purtroppo ancora presente sul fronte della gestione del ciclo dei rifiuti». Enzo De Luca, al termine di due settimane di audizioni della commissione con i rappresentanti delle istituzioni campane, aveva rilanciato una proposta che, a suo parere, potrebbe aprire il dibattito su nuove e più costruttive basi: «Torno alla mia proposta iniziale che il 9 luglio del 2008 fu votata dal Senato all’unanimità su firma di tutti i gruppi politici impegnando il governo a utilizzare le cave disseminate sul territorio della Campania. In quel modo si poteva, e si può tuttora evitare di costruire nuove discariche. Io stesso, quando ero assessore in Campania, varai una legge, il 4 maggio del 2007, che fece venire fuori una cartografia nuova. Furono allora individuate 691 cave abbandonate nella disposizione del demanio, 546 dismesse e 264 attive. Queste vanno risanate. Per farlo si può utilizzare il materiale proveniente dalla lavorazione dei rifiuti e degli inerti. Il 28 luglio del 2008 già scrissi a Bertolaso invitandolo a prendere in considerazione la proposta. Non ho avuto alcuna risposta». Secondo De Luca, però, l’operazione non dovrebbe partire da Terzigno: «È vero – sostiene – che la località era indicata nel decreto 195 del 30 dicembre 2009, ma in quella norma c’erano scritte tante cose. Erano previsti tre termovalorizzatori, e ce ne è ancora uno. La differenziata al 35 per cento e siamo ancora al 20. Quindi è inutile girarci intorno: quella legge è stato un fallimento».