Rottami interrati nella spianata della spazzatura
aveva allestito un impianto di 6 ettari
Villa Literno. «Stiamo solo collaudando la macchina». Così ieri mattina ha provato a giustificarsi Giovanni Fontana quando i poliziotti di Casapesenna e della squadra mobile di Casal di Principe e Caserta gli hanno chiesto delucidazioni sul motivo della presenza dei suoi macchinari in una discarica abusiva che smaltiva, stando alle indagini, materiali di risulta delle Ferrovie dello Stato. Ma non c’è riuscito. Quindi è stato denunciato per disastro ambientale e discarica abusiva. Quella macchina utilizzata per triturare quintali di spazzatura – materiale ferroso e amianto, pezzi di asfalto, mattoni, mattonelle e ceramiche, pietre, tubazioni rotte in pvc e cavi elettrici - era un mostro elettronico che sminuzzava metalli e oggetti pesanti (pneumatici, porte elettroniche, carrozzerie) che poi finivano interrati nelle campagne circostanti, sotto i piloni della strada statale Nola-Villa Literno e della Napoli – Roma. Il tutto si compiva alla luce del sole in un’area per nulla piccola. Erano, infatti, 60 mila i metri quadrati situati a Villa Literno - località Giardino - dove avveniva tutto ciò. Accanto alla discarica, in un luogo senza nome, sotto la Ss 7 quater (all’incirca all’altezza del km 37) un terreno era in fase di riempimento e rialzamento. Chi da Napoli si recava a Roma riusciva a vedere quello scempio. Poi, ieri mattina, di buon ora, sono arrivati i poliziotti, i magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere e i sigilli. Forse era già troppo tardi. O, forse, no. Perché se da un lato probabilmente la ditta Fontana gruppo di Villa Literno aveva avuto il tempo di recintare tutta l’area – sulla carta con destinazione agricola - con blocchi di cemento prefabbricati e aveva diviso in due parti una strada sterrata, dall’altro si è scoperto che la ditta che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei mezzi di Trenitalia in realtà usava la base dei piloni dell’autostrada come discariche occupando suolo dell’Anas. Rispetto ai campi coltivati circostanti, i 60mila metri quadrati erano più alti di un metro e mezzo perché la spazzatura interrata era davvero troppa anche per essere contenuta in un’area tanto ampia. La Procura, con un’indagine dei pm Giuliana Giuliano e Donato Ceglie, aveva seguito nei mesi scorsi il traffico dei camion che si dirigevano a Villa Literno. Poi aveva capito che l’azienda che gestiva lo smaltimento, la Fontana gruppo (ora sequestrata) avrebbe dovuto portare altrove i rifiuti. «Abitualmente le Ferrovie contattano le ditte specializzate per smaltire i rifiuti – ha spiegato Renato Granato, addetto stampa di Trenitalia – bisognerà capire di quali materiali si tratta».