La rivolta dei Comuni: «Subito i fondi delle bonifiche»
"Monnezza day nei consigli comunali per ottenere i finanziamenti"
Acerra. Fondi per le bonifiche e soprattutto gestione diretta del ciclo dei rifiuti senza l'intermediazione delle province. Nasce così il fronte dei sindaci ribelli che hanno indetto un «monnezza day» in cui riuniranno i rispettivi consigli comunali per deliberare all'unisono il rispetto degli accordi di programma e lo sblocco di 282 milioni di euro destinati alle bonifiche dei siti inquinati. A riunirsi ieri pomeriggio ad Acerra sono stati 31 primi cittadini della Campania che ospitano gli impianti di trattamento rifiuti realizzati dai vari commissari di governo che si sono succeduti durante questi 16 anni di emergenza. Sono arrabbiati con Governo e Regione che tardano a stanziare i fondi per la bonifica, ma anche con la prevista gestione provinciale del ciclo dei rifiuti. Hanno costituito un coordinamento e sono disposti nel caso che le loro richieste non vengano accolte a ricorrere alla Corte costituzionale e al Consiglio di Stato. A promuovere il summit è stato il Comune di Acerra che ha riunito intorno al tavolo i Comuni capoluogo della Campania, ma anche quelli dei rispettivi hinterland. Assenti giustificati i sindaci di Terzigno e Boscoreale impegnati sul fronte caldissimo delle proteste contro l' ipotesi di creare una nuova discarica nel parco nazionale del Vesuvio. E alla protesta dei primi cittadini si affianca anche l'Associazione nazionale comuni italiani. Consigli comunali in cui approvare un'apposita delibera da spedire al premier Silvio Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani ma anche al presidente della Regione Stefano Caldoro, ma non solo. L'obiettivo è sbloccare quei 282 milioni di euro ( di cui la metà a carico di palazzo Santa Lucia) stanziati dall'accordo di programma rivisto e ridimensionato nel 2009 (in precedenza erano stati fissati 526 milioni di euro) siglato tra Governo, Regione ed i 37 Comuni campani. «Se l'emergenza è finita, allora la gestione dei rifiuti deve essere comunale altro che provincializzazione, un sistema che serve solo ad alimentare nuove e vecchie clientele come sta accadendo per gli Stir», tuona il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca pronto insieme agli altri primi cittadini a rivolgersi alla Corte costituzionale ed al consiglio di Stato per il rispetto delle normative sull'autonomia amministrativa. E sullo sfondo il prossimo esaurimento delle discariche ed i tre anni per realizzare i due previsti inceneritori di Salerno e di Napoli. La road map delineata dai sindaci ribelli prevede la realizzazione di discariche (non a Terzigno), ma anche il ripristino degli incentivi governativi per la raccolta differenziata senza i quali i costi di smaltimento sarebbero proibitivi. «Basta alle decisioni calate dall'alto», dice il sindaco di Acerra Tommaso Esposito.