"Salute a rischio", è scontro iervolino-Fazio
Ci sono i rifiuti in strada - più di mille tonnellate - e c’è un giallo: la salute pubblica è a rischio oppure no? Per il sindaco Rosa Russo Iervolino «il rischio c’è». Così ha scritto una lettera a tutte le autorità a cominciare dal premier Silvio Berlusconi fino a Guido Bertolaso. Così il ministro della salute Ferruccio Fazio le risponde a stretto giro di posta: «È tutto sotto controllo, facciamo monitoraggi continui, non c’è pericolo». Chi ha ragione? Il sindaco in quanto tale ha la prerogativa di essere commissario per il governo della sanità. Sostanzialmente deve badare alla salute dei cittadini. La Iervolino dunque da questo dato burocratico è partita per lanciare l’allarme oppure c’è dell’altro? L’immondizia travolge istituzioni e città e getta i napoletani in uno stato di sconforto non solo per lo sfregio dei sacchetti neri sparsi un po’ ovunque. Ma anche per il duello fra primo cittadino e ministro sull’allarme salute. Giornata densa di tutto quella di ieri. Il bollettino dei rifiuti a terra è odioso ma sincero: alle 600 tonnellate che già giacciono se ne aggiungono almeno altre 700 di «non prelevato» oggi perché Terzigno è off limit: si arriva a 1300, la produzione di un giorno. Ma non è finita qui, perché i camion di Asìa bloccati nella cava Sari sono carichi di altre 600 tonnellate. E fino a quando non scaricano non potranno effettuare la raccolta a Napoli. Cosa significa? Che le ipotizzate 1300 tonnellate potrebbero essere molte di più. Anche in considerazione del fatto che di siti di stoccaggio provvisori in Asìa non vogliono nemmeno sentire parlare come spiega Daniele Fortini, l’amministratore delegato: «Asìa - scrive Fortini - non intende riprendere la pratica dei siti di stoccaggio che provvisori lo sono stati soltanto nel nome e che hanno giustificato coloro che non riuscivano a far funzionare gli impianti di smaltimento e il traffico di un numero spropositato di camion che ha procurato costi ingentissimi». Ma c’è di più, quello di Fortini sembra davvero un j’accuse: «Asìa non intende quindi riattivare pratiche dove si annidano come ha denunciato il Procuratore Lepore i poteri criminali». Insomma in passato il corto circuito c’è stato, meglio non insistere. Un passato che risale appena al 2009 anno di rescissione del contratto con il sito di stoccaggio Acerra. Un mare di problemi per la Iervolino che così ha preso carta e penna e scritto al premier e a mezzo governo oltre che al Prefetto e al presidente della Regione Stefano Caldoro e a quello della Provincia Luigi Cesaro. «L’impossibilità di conferimento - scrive il sindaco - ha impedito di smaltire notevoli quantità di rifiuti che ora giacciono lungo le strade della città. Tale quantità è giunta oggi a 520 tonnellate, alle quali vanno aggiunte le 600 tonnellate contenute in 80 compattatori carichi di rifiuti che non hanno potuto essere conferiti. Si tratta di un grave rischio igienico e sanitario e di un pericolo per l’ordine pubblico che richiedono l’immediato intervento delle autorità nazionali e locali». E ancora, il sindaco chiede un «incontro urgente» con i presidenti di Regione e Provincia. E invita Caldoro «a voler offrire ogni utile contributo per superare l’attuale fase di difficoltà nell’ambito dei poteri a lui conferiti dalla legge». Perché tanta premura? Al governatore tocca di gestire i flussi interni dei rifiuti. Sostanzialmente la Iervolino chiede a Caldoro la possibilità di andare a sversare fuori i confini della provincia di Napoli e avere indicazioni in tal senso. Palazzo San Giacomo non ha ricevuto risposte fino a questo momento ma non mancheranno occasioni perché in Prefettura sono previsti nelle prossime 48 ore ripetute riunioni e prima o poi la Iervolino e il governatore si incroceranno. «La situazione è preoccupante - spiega l’assessore Paolo Giacomelli - Avanti così non si può andare. Siamo in attesa del vertice sollecitato dal sindaco nel quale va trovata una soluzione. Per il momento non andremo più a Terzigno altri mezzi non ne rischiamo».