Sassi e roghi, la nuova Intifada nel Parco del Vesuvio

Cariche e scontri, ma i camion non passano. feriti tre agenti
I Comitati: colpita donna incinta
19 ottobre 2010 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Terzigno. Il fronte del rifiuto contro tutti. Contro le discariche, la vecchia Sari e la nuova Vitiello, contro il governo, contro le forze dell’ordine, contro la Provincia, contro i camion della monnezza e anche contro fotografi, operatori e giornalisti in genere. Ieri, nei comuni vesuviani è stata un’altra giornata di alta tensione. Fuochi e barricate contro gli ecomostri che appestano l’aria, avvelenano la terra e induriscono i cuori. Hanno cominciato l’altra notte bruciando un camion, ha proseguito durante il giorno con botte e sassaiole. La rotonda Panoramica, al confine tra Boscoreale (ribattezzato, in uno striscione, Boscoletale) e Terzigno, è il palcoscenico principale, con un viavai di giovani e anziani, di mamma vulcaniche e cittadini comuni. I discorsi sono un cicaleccio continuo sulla spazzatura (condita dalla crisi del Lacryma Christi e dalle malattie respiratorie) e sui servizi televisivi: una consuetudine che ha trasformato un po’ tutti in esperti di montaggio e palinsesti. Le azioni, però, sono molto più concrete e violente, perché tutt’attorno alla rotonda sono state tirate su barricate con materiali edilizi di risulta (su una campeggia un cartello turistico dal sapore beffardo: "Parco del Vesuvio, lungo la strada Matrone"), sedie, pneumatici, rami secchi, vecchi televisori. Nel tardo pomeriggio hanno tirato giù da un terapieno, con una ruspa, un enorme sasso vulcanico per ostruire il passaggio dei compattatori verso via Zabatta. Ma di camion fino a sera inoltrata non se ne sono visti, se non quelli fermi dal lato di Terzigno con le ruote bucate. Tensione tanta, quindi. E botte. L’episodio più cruento poco dopo le 12,30, quando c’è stato uno scontro tra manifestanti e polizia. È avvenuto durante il cambio di guardia degli agenti. Proprio all’imbocco di via Zabatta, dove c’è la barricata più alta, la gente di Terzigno e Boscoreale (saranno state circa duecento persone) ha provato a bloccare il passaggio, con un improvvisato sit-in. Sono volati sassi, bottiglie e manganellate. Sono state bruciate le sterpaglie della barricata. Due agenti e un carabiniere sono rimasti feriti. Ma il fronte del rifiuto ha accusato perdite più forti: tre donne (tra le quali, secondo i manifestanti, anche una signora incinta) e un anziano disabile sono stati malmenati e sono dovuti ricorrere a cure ospedaliere. C’è andato di mezzo persino un operatore tv: un mezzo delle forze dell’ordine gli è passato con le ruote su un piede. Il tutto è durato una mezz’ora, ma è bastato a tenere rovente il clima fino a tarda sera, mentre alla Rotonda avevano accesso solo camion e automezzi che scaricavano terreno, pietre, mattoni, mattonelle e altri scarti di muratura per bloccare gli eventuali tentativi di passaggio. Un gruppetto di donne ha improvvisato una marcia verso l’imbocco della vecchia strada sterrata che porta alla Sari, ma si è lentamente sfilacciato. E alle mamme, vulcaniche e non, non è rimasto altro che fare due chiacchiere con i poliziotti, ai quali per la millesima volta hanno spiegato le loro ragioni e dai quali hanno ascoltato la centesima volta il discorso degli ordini ai quali sono tenuti a sottostare. Mentre si accumulava legna per preparare i falò che annunciavano una nuova notte rovente, la comparsa di due camionette dei carabinieri, arrivate dalla strada di Boscotrecase, ha scatenato la folla: grida e sassi hanno costretto i militari a una rapida inversione di marcia, tra l’esultanza della piazza. Ma ai manifestanti più agguerriti non è piaciuto che si riprendesse la scena e se la sono presa con un operatore tv: l’hanno aggredito verbalmente e spintonato fino a farsi consegnare la cassetta della ripresa. Tutti, qui, pencolano tra la voglia di apparire e quella di non essere ripresi, per non finire nei guai. Prove tecniche di controllo dell’informazione. Prove rudimentali, come quelle del Movimento Difesa del Territorio che in uno dei due gazebo della rotonda, attrezzato con un piccolo computer, forniscono video e foto ma solo a pagamento. Per le spese degli avvocati, dicono. Stop a fotocamere e telecamere, ma via libere alle loro immagini che registrano artigianalmente con telefonini e iPhone e poi si affrettano a scaricare su YouTube. La lotta contro la monnezza si fa anche con la tecnologia autogestita. Perché anche le immagini sono pietre.

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