Guerriglia a Terzigno, camion e autisti in ostaggio

Due compattatori in fiamme e dieci danneggiati. In città ancora 300 tonnellate in strada
18 ottobre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Autocompattatore in fiamme Ennesimo capitolo della guerra dei rifiuti a Terzigno con la linea del fronte che si allarga. L’epicentro è l’ormai famigerata via Zabatta ma tutto intorno ci sono - è il caso di dire - nuovi focolai. Il bilancio della domenica è pesantissimo: una dozzina di camion vandalizzati, un paio bruciati e una fila interminabile di autocompattatori, scortati dalla polizia in tenuta antisommossa, con il loro carico di rifiuti che non può essere smaltito. Scene di guerriglia urbana anche ieri notte (come le precedenti 15-20, si è ormai perso il conto) con migliaia di persone in strada a occupare anche le altre vie di accesso alla discarica Sari e quelle che portano all’area dove dovrebbe sorgere la nuova discarica. Nel cuore del Parco del Vesuvio così come è previsto dalla legge. La novità non è solo il livello di tensione che se possibile è ancora più su, ma la partecipazione sempre più massiccia delle popolazioni vesuviane senza distinzioni di censo e di genere: uomini e donne vecchi e bambini tutti contro le discariche e a chiedere lo stop degli sversamenti. Rifiuti a Napoli Una situazione da incubo, lo stop allo smaltimento sta riverberando su tutta la provincia napoletana con scene degne dell’emergenza vera e propria. E Napoli il capoluogo soffre. Alle strutturali carenze dello spazzamento (anche sabato e domenica i netturbini non si sono visti se non in pochi privilegiatissimi quartieri) della raccolta differenziata e in questo periodo degli ingombranti, c’è l’impossibilità di svuotare i cassonetti perché i camion sono bloccati lì a Terzigno. Dalla folla e dai vigili urbani del luogo perché «percolano». Tanto basta a Palazzo San Giacomo per mettere subito le mani avanti. Lo fa con l’assessore competente Paolo Giacomelli: «Se non scarichiamo i camion - spiega - impossibile raccogliere i rifiuti». A terra al momento ci sono circa 300 tonnellate eliminarle dipende dalla possibilità di accedere a Terzigno dove appunto Napoli sversa 300 tonnellate. La restante parte delle circa 1300 di produzione quotidiana va a Chiaiano (700) e nell’inceneritore di Acerra. La sensazione è comunque netta: anche senza le 300 tonnellate la città è sporchissima e non curata come ha ricordato in settimana il generale Morelli che regge la struttura del sottosegretariato ai rifiuti in audizione al Parlamento. «Le maggiori criticità - si legge in un bollettino diramato dal Comune - si registrano nel centro storico, in particolare nei quartieri di Mercato-Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Ferdinando, Chiaia e Posillipo». E nelle periferie dove non si è pulito nemmeno ai tempi della discesa in campo di Guido Bertolaso. «Il mancato ritiro - spiega l’assessore - è esclusivamente imputabile all’impossibilità dei mezzi di conferire i rifiuti raccolti, i compattatori rimangono carichi e non possono effettuare i giri di raccolta nel giorno seguente». Non bastasse Giacomelli lancia un altro allarme: «Un ulteriore motivo di preoccupazione - spiega - è rappresentato dalle condizioni di grande disagio degli autisti che guidano i compattatori diretti alla discarica di Terzigno. Un operatore di Asia è stato aggredito, un mezzo di Enerambiente è stato bruciato e un’altra decina danneggiati, 20 mezzi scarichi di cui 11 adibiti alla raccolta a Napoli sono bloccati dai manifestanti». Analisi non certo confortante tuttavia a Napoli, è storia notissima, ci sono diversi siti di stoccaggio provvisorio ancora da stipare, in caso di necessità potrebbero essere usati così come è sempre stato in passato quando aleggiava l’emergenza. Perché non si utilizzano? Forse il punto è la gestione di Asìa - che ingoia 170 milioni l’anno da Palazzo San Giacomo - che non riesce a svuotare alcuni di questi siti provvisori perché ha un debito di 3,5 milioni verso chi li gestisce. Chissà forse la rivolta di Terzigno è una tragedia per le popolazioni vesuviane ma una grande opportunità per qualcuno.

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