De Luca: cave da bonificare per evitare Terzigno 2
Una seconda discarica a Terzigno? Un’ipotesi da scartare. Lo ribadisce il senatore Vincenzo De Luca, vicepresidente della commissione ecomafie al termine di due settimane di audizioni dei rappresentanti delle istituzioni campane. Un tour de force che si concluderà giovedì prossimo quando i parlamentari ascolteranno il procuratore della Repubblica, Giovandomenico Lepore. Nel corso degli incontri sono state manifestate ipotesi molto diverse sulla possibile infiltrazione della camorra nelle proteste delle ultime settimane. E non solo. Di fronte all’incalzare del rischio-crisi, le polemiche sono diventate feroci: «Questo finisce con il creare un disorientamento e una scarsa credibilità dello Stato e delle istituzioni – dice il vicepresidente De Luca - Quindi a mio parere bisogna abbassare i toni e evitare a ogni costo scontri tra le istituzioni altrimenti si disorientano i cittadini che finiscono con il non credere a nulla. Nel nostro caso, poi, si dà anche la possibilità alla criminalità organizzata di difendere i propri loschi interessi». De Luca, quindi, rilancia una proposta che, a suo parere, potrebbe aprire il dibattito su nuove e più costruttive basi: «Dopo il naufragio del decreto del dicembre 2009 che avrebbe dovuto chiudere definitivamente l’emergenza - spiega De Luca - torno alla mia proposta iniziale che il 9 luglio del 2008 fu votata dal Senato all’unanimita su firma di tutti i gruppi politici impegnando il governo a utilizzare le cave disseminate sul territorio della Campania. In quel modo si poteva, e si può tuttora evitare di costruire nuove discariche. Io stesso, quando ero assessore in Campania, varai una legge, il 4 maggio del 2007, che fece venire fuori una cartografia nuova. Furono allora individuate 691 cave abbandonate nella disposizione del demanio, 546 dismesse e 264 attive. Queste vanno risanate. Per farlo si può utilizzare il materiale proveniente dalla lavorazione dei rifiuti e degli inerti. Il 28 luglio del 2008 già scrissi a Bertolaso invitandolo a prendere in considerazione la proposta. Non ho avuto alcuna risposta». Secondo De Luca, però, l’operazione non dovrebbe partire da Terzigno: «È vero – sostiene – che la località era indicata nel decreto 195 del 30 dicembre 2009, ma in quella norma c’erano scritte tante cose. Erano previsti tre termovalorizzatori, e ce ne è ancora uno. La differenziata al 35 per cento e siamo ancora al 20. Quindi è inutile girarci intorno: quella legge è stato un fallimento». Tanto che oggi sono proprio le Province campane (Avellino esclusa) a chiedere il rinvio della norma che attribuisce loro competenze anche sulla raccolta dei rifiuti mentre Bertolaso si dice assolutamente contrario a ogni modifica. Per De Luca la scelta di togliere la raccolta ai Comuni è scellerata. Di qui la proposta di rivedere in maniera complessiva il quadro normativo. Una materia sulla quale, secondo il vicepresidente della commissione ecomafie, che è anche segretario della commissione ambiente, è necessario rimettere ordine per poter poi affrontare con efficacia i singoli provvedimenti. Da qui la proposta di legge presentata in aula il 27 luglio 2010.