Rifiuti, la Provincia punta ad imitare il modello Vedelago
La Provincia di Benevento e il Centro Riciclo Vedelago, in provincia di Treviso, hanno avviato un rapporto di collaborazione per realizzare di un impianto di trattamento meccanico biologico con annesso impianto di estrusione per la produzione di ”materie prime seconde”. È quanto stabilisce un protocollo d’intesa siglato dall’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto e da Carla Poli per il Centro Riciclo. «Si tratta della prima intesa del genere in tutto il Mezzogiorno» fanno notare Aceto e il presidente Cimitile; l’accordo, aggiungono, «costituisce un fondamentale passo in avanti nella concretizzazione degli indirizzi e dei programmi della Provincia per una gestione del ciclo dei rifiuti che sia moderna, efficiente ed ecocompatibile». Il Centro Vedelago è una tra le realtà più avanzate, a livello italiano ed europeo, sul fronte delle quattro r: riciclare, recuperare, ridurre, riutilizzare, come parte di un atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente. Grande l’esperienza maturata sul versante delle opportunità tecniche e giuridiche per valorizzare i rifiuti: la gamma di ”materie prime secondarie” comprende interi settori industriali alimentati da materie prime originate dai rifiuti; e quelli che non hanno caratteristiche sufficienti per essere direttamente utilizzati come materie prime secondarie subiscono un trattamento di riduzione, ”estrusione” e granulazione dal quale si ottiene un granulato plastico di varie dimensioni atto ad essere impiegato nell’industria plastica di stampaggio e in edilizia. L’intesa della Provincia sannita con una delle strutture più all’avanguardia rientra nella linea stabilita nel Piano Provinciale per la gestione del ciclo dei rifiuti nel Sannio, approvato lo scorso 30 settembre, e che prevede la raccolta differenziata spinta, l’abbattimento delle quantità di produzione dei rifiuti ed il no all’incenerimento degli stessi. Alla base dell’intesa tra Provincia e C.R.V., in particolare, sta il fatto che il Piano provinciale prevede, tra l’altro, appunto un trattamento meccanico biologico, e che Centro Riciclo Vedelago possiede il know-how necessario, formalmente riconosciuto a livello europeo, ed inoltre è titolare del marchio “Plastica Seconda Vita” in conformità alle disposizioni del Ministero dell’Ambiente per i materiali di granulato plastico prodotti mediante il proprio impianto di estrusione. Secondo l’intesa, Provincia e C.R.V. l’implementazione di un impianto di trattamento meccanico biologico con annesso impianto di estrusione avverrà all’interno dello Stir di Casalduni. L’ipotesi rientra peraltro nel piano industriale di massima di indirizzo alla società provinciale di gestione dei rifiuti Samte srl che la Giunta provinciale ha approvato lo scorso 25 giugno. Il C.R.V. presso la struttura di Casalduni studierà lo stato di fatto sulle raccolte differenziate con l’acquisizione e l’analisi dei dati di produzione; elaborerà un progetto di trasformazione con un piano preventivo dei costi degli interventi e dei benefici derivanti dalla gestione del ciclo integrato dei rifiuti e con un piano di gestione commerciale comprendente l’analisi del mercato per i materiali in entrata ed in uscita (input/output). Il C.R.V. inoltre si occuperà di promuovere attività di ricerca e innovazione coinvolgendo istituti di ricerca e università, e promuoverà attività di formazione per le scuole. Il C.R.V. si avvia mentre si validano i progetti della Daneco per la biostabilizzazione, la trasferenza dell’umido e la messa in sicurezza e norma dello stesso Stir di Casalduni. Di tali importanti iniziative si discuterà, secondo quanto annunciato da Aceto, entro la metà di novembre, nel corso di una giornata seminariale.