Undici sindaci fedeli al Consorzio

Da Parete a Teverola rivendicano di aver sempre mantenuto gli impegni
16 ottobre 2010 - Lorenzo Iuliano
Fonte: Il Mattino

Non hanno alcuna intenzione di uscire dal Consorzio Unico dei rifiuti e non seguiranno la strada del fai-da-te in tema di immondizia decisa da altri Comuni, come Sparanise o Piedimonte Matese nell’alto casertano. Undici sindaci dell’agro aversano (Casaluce, Casapesenna, Carinaro, Frignano, Lusciano, Parete, San Cipriano d’Aversa, Sant’Arpino, Succivo, Teverola e Villa di Briano) rilanciano invece il ruolo del Consorzio, chiedendo però un cambio di rotta nella gestione. In un documento unanime si dicono contrari allo strappo, pur non condannando i «colleghi», anzi «prescindendo dalla questione relativa alla legittimità o meno di tale opzione». Destinatari della lettera sono il commissario liquidatore del Consorzio Unico Tortorano, e per conoscenza il governatore della Campania Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli Cesaro (ma non quello della Provincia di Caserta), i prefetti di Napoli e Caserta e il sottosegretario Bertolaso. L’iniziativa arriva dopo una serie di incontri tra le amministrazioni comunali, l’ultimo giovedì scorso nell’aula consiliare di Parete. I sindaci non ci stanno a fare da capro espiatorio di fronte a una raccolta che procede a singhiozzo, con i cumuli di immondizia tornati a invadere le strade. Non vogliono sottrarsi «all’adempimento puntuale delle proprie obbligazioni finanziarie nei confronti del Consorzio e al riguardo corre l’obbligo di precisare, peraltro, come le predette amministrazioni non rientrino, affatto, nella categoria di quelle definite morose o poco virtuose, avendo sempre provveduto, e lo si ribadisce con forza, all’integrale assolvimento degli oneri ad esse incombenti». Rivendicano di aver sempre pagato le proprie quote, insomma, e passano dunque al contrattacco: «Duole rilevare – scrivono – che, per contro, lo standard qualitativo e quantitativo del servizio assicurato dal Consorzio Unico è sempre risultato profondamente insufficiente ed inadeguato rispetto alle esigenze della popolazione». E in tema di provincializzazione richiamano inoltre, in perfetto burocratese, il Commissario a «non intestardirsi» nello scaricabarile delle responsabilità: «La delicata fase di transizione verso la provincializzazione della gestione del ciclo integrato dei rifiuti impone, a tutti i soggetti istituzionali coinvolti, di orientare le proprie scelte in vista del perseguimento di obiettivi comuni ed evitando, d’altro canto, di intestardirsi in atteggiamenti ispirati dal tentativo, più o meno palese, di scaricare su soggetti terzi responsabilità gestorie che gravano, ai sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni normative, precipuamente sulla S.V. che è formalmente invitata, pertanto, ad assumere, con ogni possibile urgenza, tutte le iniziative di competenza finalizzate alla risoluzione delle problematiche». Viene salvata, anzi promossa la Provincia di Caserta, tanto che i sindaci «esprimono il proprio apprezzamento per la condotta sino ad ora serbata dall’ente» per ridisegnare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

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