Morelli, audizione choc "I clan dietro le proteste"
Il parco del Vesuvio? Un immenso immondezzaio. Napoli? Una città sporca. I disordini di Terzigno? C’entra la camorra. Non lascia spazio ai trionfalismi la deposizione del generale Mario Morelli alla commissione bicamerale d’inchiesta sulle ecomafie. Il responsabile della struttura stralcio e dell’unità operativa ha fornito una messe di notizie e ha anche espresso pareri contro corrente. A partire dalle manifestazioni contro la nuova discarica nel parco del Vesuvio dietro la quale, ha sostenuto il generale, ci potrebbe essere anche la malavita organizzata. Un’ipotesi avversata dal procuratore Lepore che ha più volte ribadito: «I clan hanno interesse a far aprire sempre nuovi siti». Morelli, invece, osserva: «La gente di Terzigno legittimamente protesta perché nessuno vuole la discarica vicino casa. Ma ci sono stati anche atti di delinquenza che non possono essere imputati alla gente normale». E ancora «Certamente Lepore ha molti più elementi di me. Io lo stimo moltissimo e rispetto il suo lavoro. Ma a mio parere quelli che assaltano i camion certamente non sono cittadini per così dire normali. Questi sono raid organizzati: i teppisti spuntavano, incendiavano e scappavano». Secondo Morelli «La camorra ha tutto da perdere con la costruzione di una discarica controllata dall’esercito e con tutte le garanzie. In questa situazione non può certo pensare di sotterrare, ad esempio, rifiuti radioattivi». E poi il generale ha raccontato l’ esperienza accumulata nei numerosi sopralluoghi svolti sul Vesuvio: «Quando si parla di un parco si pensa al verde, agli uccellini. Io ho girato l’area in lungo e in largo e mi è sembrata è un immenso immondezzaio dove tutti sono andati a buttare spazzatura, e dove arrivavano anche rifiuti tossici, molto probabilmente dal Nord». E questi veleni, ha rincarato la dose, sono stati sversati nel silenzio generale. Ma non è finita qui. Morelli ha parlato anche della situazione napoletana («una città sporca dove lo spazzamento è carente», ha detto) e dei dipendenti dei consorzi di bacino che da oggi riprenderanno la loro protesta. Il consorzio unico, ricorda ha «le casse vuote e i lavoratori non saranno pagati né per settembre, né per ottobre, novembre e dicembre». La responsabilità di questa situazione drammatica ricade anche sulle spalle delle Province. «Noi eravamo debitori del consorzio unico di Napoli e Caserta e finché non abbiamo estinto il debito abbiamo versato soldi che sono serviti a pagare gli stipendi – spiega - Ora non possiamo farlo più. Ho più volte chiesto ai Presidenti di trovare una soluzione. La legge stabilisce che debbano varare un piano industriale, gestire i siti e assumere il personale, ma finora non lo hanno fatto». E non solo: alle Province toccherà da gennaio la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti a partire dalla raccolta, ma non ci sono ancora passi nella direzione prevista dalla legge. Anzi, si fa sempre più insistente la richiesta di una proroga (unica eccezione la provincia di Avellino) che secondo Morelli non dovrebbe essere concessa perché: «Hanno avuto un anno per organizzarsi». L’inerzia degli enti locali aggrava una situazione che potrebbe avere ricadute sull’ordine pubblico: «ci sono 2.150 persone e 424 esuberi da individuare». Se non si interverrà subito secondo il generale «la protesta si allargherà e diventerà sempre più violenta sfociando in qualche disordine». In ogni caso, sottolinea il vice di Bartolaso, il numero di addetti è largamente superiore alle esigenze perché nel tempo i consorzi sono stati gonfiati. E poi resta il problema del dissesto finanziario: «Gran parte dei comuni è quasi sull’orlo della bancarotta e chiede la deroga al patto di stabilità e la possibilità di ottenere mutui dalla cassa depositi e prestiti». Per non parlare delle discariche «che sono in esaurimento» perciò «è indispensabile individuare subito un sito che accolga i rifiuti in attesa che i due termovalorizzatori di Napoli e Salerno entrino in funzione».
Pioggia di reazioni al termine dell’audizione del generale Morelli alla commissione ecomafie: «C’è nella legge la previsione di tre termovalorizzatori che sarebbero la soluzione dei problemi della Campania – sostiene il presidente Gaetano Pecorella - ma gli enti locali non li stanno realizzando e quindi non resta che aprire discariche che nessuno vuole nel suo giardino». E sullo stesso tema interviene anche il presidente della commissione, Enzo De Luca che sottolinea: «Si vuole aprire Terzigno rinunciando ai fondi europei mentre basterebbe riprendere il piano approvato su mia proposta dalla Regione nel 2006 per accorgersi che ci sono ben 546 cave dismesse che potrebbero essere utilizzate». Il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, torna sul tema delle infiltrazioni malavitose nelle proteste antidiscarica e sottolinea. «Siamo i primi a condannare atti violenti. Ma il generale Morelli dovrebbe spiegare alla gente che vive in uno stato di gravissima sofferenza qual è l’interesse della camorra a non aprire una discarica». In campo anche Legambiente che sostiene: «Il generale Morelli ha pronunciato parole gravi soprattutto sul Vesuvio. Dichiara che nessuno ha mai detto nulla sullo sversamento di rifiuti tossici: per accorgersi che non è vero basterebbe rileggere i nostri rapporti ecomafia. «Se il Vesuvio è un immenso immondezzaio la responsabilità è anche e sopratutto della struttura per l’emergenza gestita per anni dalla Protezione Civile nazionale che ha individuato nel Parco ben due discariche contro ogni logica e difesa dell’ ambiente», hanno sostenuto dal canto loro il presidente provinciale del Pd Massimiliano Manfredi ed il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.