Consorzio, il commissario invia le buste-paga alla Provincia

14 ottobre 2010 - Antonio Pastore
Fonte: Il Mattino

Consorzio unico di bacino, la crisi si avvia in un imbuto. L’annunciato passaggio alla provincializzazione della gestione del ciclo dei rifiuti si sta trasformando - complice il mancato pagamento dei canoni da parte dei Comuni e la fuga dal Consorzio di molti centri del Casertano - in una rapida decomposizione dell’ente consortile, con effetti devastanti sulla tenuta ambientale dei paesi di Terra di Lavoro oltre che sulle prospettive occupazionali dei dipendenti che dovrebbero transitare al nuovo gestore. Senza mezzi, con una situazione deficitaria cronica e profonda il Consorzio non è in grado di pagare gli stipendi di settembre al personale. Né da parte della Provincia (che dovrebbe assumere questo onere surrogando l’ente consortile) arrivano segnali di presa in carico dell’emergenza. «Ho fatto preparare due ipotesi di liquidazione degli stipendi, uno solo con le competenze dovute ai lavoratori - racconta il commissario liquidatore Gianfranco Tortorano - e l’altro che porta in aggiunta gli oneri accessori». Le due ipotesi saranno inviate all’amministrazione di corso Trieste. «Dovranno decidere loro cosa fare», conclude il commissario. D’altra parte il disastro è così grave che se per miracolo il Consorzio recuperasse di colpo i 90 milioni di credito maturati nel 2009 e gli altri 20 risultanti dalla differenza tra il dovuto e il versato da parte dei comuni consorziati fino al 31 agosto, avrebbe ugualmente difficoltà - per la conclamata diseconomicità dei contratti - a onorare gli impegni. Tortorano, in attesa del fatidico 31 dicembre, giorno in chi dovrà chiudere i conti del Consorzio - è deciso a muoversi nell’alveo della legge 26. Per questo impugnerà, tanto per cominciare, gli atti di distacco dal Consorzio approvati dai Comuni e avvierà le relative azioni civili. «Sono atti illegittimi, palesemente in contraddizione con le norme», osserva. Illegitimi e micidiali non solo per la situazione debitoria del Consorzio ma anche per le prospettive della futura provincializzazione. Che comunque, priva com’è di un piano industriale da parte della Giseg, braccio operativo di corso Trieste, somiglia sempre più a una chimera. Il conflitto tra il commissario liquidatore e i Comuni in fuga si impenna con una violenta polemica quando si tocca il caso-Sparanise. Non è vero - protesta il sindaco Mariano Fausto Sorvillo - che non sono stati pagati i canoni del 2010: fino al 4 ottobre non erano pervenute - giura il sindaco - le fatture di maggio, giugno, luglio e agosto; e per i mesi da gennaio ad aprile i canoni «sono stati pagati decurtando le spese sostenute per i servizi sostitutivi». La stoccata più significativa riguarda il 2009: «Non esistono conti in sospeso a meno che il Cub non riconosca atti interni alla propria struttura». Un riferimento che sembra alludere a transazioni - tra il Comune e gli ex gestori del Consorzio - evidentemente sconosciute al commissario liquidatore. «Se ci sono documenti del genere - è la risposta di Tortorano - sarebbe stato opportuno informarmi e in ogni caso dovranno essere vagliati». E per le «criticità», invocate da Sparanise come giustificazione del dirottamento sui privati, ripete: «Non si può far affogare il Consorzio nei debiti chiudendo il rubinetto dei pagamenti e poi lamentarsi dei disservizi».

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