L’audizione di Lembo in Commissione

Alle "Ecomafie" arriva il dossier sui costi gonfiati

Budget di spesa sforati nel 2009
La Bicaerale d'inchiesta secreta gli atti depositati dalla Procura
14 ottobre 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Un colloquio di oltre tre ore fitto di dati, cifre, particolari coperti da omissis e indicazioni top secret su indagini tuttora in corso. Tanto è durata l’audizione del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo (accompagnato dai pm Donato Ceglie, Silvio Marco Guarriello e Antonella Cantiello) davanti alla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella. La convocazione di Lembo si inserisce in un supplemento di acquisizioni del dossier Campania che la commissione ha ritenuto di dover ampliare alla luce degli ultimi episodi: la recrudescenza criminale nello smaltimento illecito e i disordini legati all’utilizzo delle discariche e alla tenuta del piano per la gestione del ciclo integrato nonché per la conclusione definitiva dell’emergenza. Non a caso la scorsa settimana sono stati ascoltati i vertici del Noe e della Procura di Nola; non a caso nei giorni scorsi è stato risentito anche il procuratore capo di Napoli Lepore; non a caso oggi sarà ascoltato pure il generale Mario Morelli, responsabile della struttura tecnica di missione delegata dal sottosegretario Bertolaso a gestire le delicate fasi di passaggio dalla crisi profonda alla (problematica) ordinarietà. Fatto è che la commissione ha deciso di secretare più del 70 per cento degli atti scaturiti dall’audizione di ieri: si tratterebbe di informazioni relative a inchieste tuttora in corso non solo su illeciti nello smaltimento dei rifiuti e sul coinvolgimento di organizzazioni camorristiche, ma anche su questioni relative alla contabilità di imprese e società operanti nel settore, che hanno avuto e hanno tuttora rapporti con enti pubblici. Per non parlare, poi, della disastrata situazione economico-finanziaria del Consorzio unico, aggravata dalla certificazione di carriere-lampo per alcuni dirigenti, premi di produttività e scatti di anzianità che hanno fatto lievitare i costi di gestione. C’è questo - ma non solo - nelle 91 pagine di relazione depositata ieri dalla Procura di Santa Maria all’attenzione della commissione. E a tenere banco è stato principalmente il capitolo costi, reso ancor più drammatico dal mancato decollo della raccolta differenziata: un servizio che lo stesso Lembo non ha esitato a definire «un bluff». Al vaglio della Bicamerale sulle ecomafie alcune analisi finanziarie elaborate dalla Procura: un giro di affari illeciti valutato in circa 200 milioni di euro l’anno e, soprattutto, presunte spese gonfiate da parte di molti degli enti locali (62 comuni su 104 in provincia di Caserta) afferenti al Consorzio unico. Un esempio: gli impegni di spesa previsti nel bilancio preventivo del 2009 erano per 40 milioni di euro, lievitati poi a 71 a fine anno e a 138 nei calcoli previsionali del 2010. Tutto questo mentre la spesa dei comuni non consorziati sarebbe intorno ai 57 milioni laddove il volume complessivo dei debiti maturati dagli enti locali nei confronti del Consorzio è di 105 milioni di euro. «Fino agli anni scorsi ha pagato Pantalone - hanno detto i commissari a margine dell’incontro - e oggi il sistema sta letteralmente affondando».

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