Vertice per avviare lo screening «Recuperiamo il tempo perso»

Calabrò ordina un'istruttoria negli uffici: "Voglio sapere perchè siamo in ritardo di tre anni"
13 ottobre 2010 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

«Il registro dei tumori è essenziale e va istituito al più presto. Abbiamo bisogno di dati certi per mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione necessari».
È l’impegno del senatore del Pdl Raffaele Calabrò, consigliere del governatore Stefano Caldoro per la sanità.
Il registro è obbligatorio ma in molte zone della Campania non è stato ancora creato. Perché?
«Abbiamo avviato un’istruttoria presso gli uffici per far luce sul problema. Negli ultimi tre anni ci sono state difficoltà di programmazione e di organizzazione, ma ora bisogna correre subito ai ripari».
In che modo?
«È già prevista per oggi una riunione con tutti i soggetti interessati. Gli uffici studieranno il modello dei registri già esistenti nell’area dell’Asl Napoli 4 e in provincia di Salerno. Saranno i punti di partenza per allargare il sistema al resto della regione e in particolare alle province di Napoli e Caserta, dove sono necessari maggiori approfondimenti».
E i fondi stanziati ma non utilizzati?
«Non sono andati perduti. E comunque sono convinto che bisognerà trovare le risorse per istituire il registro. Peraltro non si tratta di fondi sottratti al funzionamento ordinario della macchina sanitaria, bensì di finanziamenti destinati a progetti specifici per la salute».
A cosa serve, in concreto, questo strumento?
«Ad analizzare il fenomeno delle patologie tumorali sulla base di dati scientifici, e quindi certi. Naturalmente serviranno tempi lunghi per ottenere un quadro complessivo. Ecco perché è necessario partire subito, recuperando così il tempo perduto».
A cosa è dovuto il boom di queste patologie in alcune aree della Campania?
«Certamente uno dei fattori principali è l’inquinamento ambientale, dei terreni e delle falde acquifere. Sull’aumento delle malattie incidono, inoltre, le condizioni socio-economiche di un territorio ed il livello d’istruzione, direttamente collegato con le abitudini alimentari e di vita. Si tratta, tuttavia, di questioni delicate e complesse che vanno affrontate con grande attenzione e senza superficialità».
La banca dati è l’unica arma a vostra disposizione?
«È certamente quella più sicura ed attendibile. Solo quando si entra in possesso di dati certi, infatti, è possibile elaborare strategie efficaci. Ma per far questo occorre coinvolgere una task force di esperti per raccogliere dati in modo capillare ed incrociarli con i fattori ambientali».

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