Rabbia a Pianura "Ci avvelenano vogliamo giustizia"

Niente registro tumori, inchiesta a rischio ma decine di famiglie chiedono i danni
13 ottobre 2010 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Vivono tutti a pochi passi dal «mostro», sono alle prese da anni con problemi di salute. Gravi problemi di salute: tumori, difficoltà respiratorie. Qualcuno è sano, ma ha visto morire lentamente un proprio parente, limitandosi ad attendere una svolta che potrebbe non arrivare mai. Trentanove presunte parti offese in un procedimento che potrebbe spegnersi sul nascere, quello per epidemia colposa e disastro ambientali provocati dal funzionamento della discarica di Pianura. Due ipotesi d’accusa complesse, su cui alla fine la Procura chiede l’archiviazione, ragionando su un doppio binario: quanto all’epidemia colposa non ci sono dati disponibili per dimostrare il rapporto di causa ed effetto tra l’incidenza dei tumori nella popolazione locale e la presenza della discarica di Contrada Pisani; altro discorso invece per il disastro ambientale, reato su cui i dati non mancano, sono convincenti, ma la vicenda su cui si indaga è risalente nel tempo, destinata quindi alla prescrizione. Appuntamento per il prossimo due novembre, quando toccherà al gip Buccino Grimaldi decidere se la doppia richiesta di archiviazione sostenuta dal pm Stefania Buda può essere accolta o respinta. Intanto, in vista della svolta processuale, si muovono le parti offese. Rabbia, impotenza, tanta voglia di spendere fino all’ultima carta per convincere il giudice a rigettare la richiesta di archiviazione e spingere il pm a svolgere nuove indagini o finanche a formulare una imputazione coatta. Trentanove nomi, rappresentati in questi mesi dall’avvocato Marcello Lombardi. Non è una class action, ma lo spirito è quello. Trentanove firme per spingere l’inchiesta in avanti, per ottenere il prosieguo delle indagini e, in una prospettiva di medio termine, l’apertura di un processo. In una parola per ottenere giustizia. Ma su cosa fondano la loro opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura? Su cosa si gioca la partita delle parti offese nei confronti di un pm che ha avuto il merito di mettere le mani in uno scenario tanto complesso? In sintesi, c’è la convinzione che qui i dati su malattie mortali siano tutt’altro che scarni, tutt’altro che insufficienti. Lo spiega il penalista Lombardi nella sua relazione depositata dinanzi al gip Buccino Grimaldi, come opposizione alla richiesta di archiviazione, che cita una parte della consulenza tecnica d’ufficio depositata in questi mesi dalla Procura: «Il consulente ha rilevato che nelle aree di interesse vi è effettivamente una maggiore incidenza del tasso di mortalità per tumori alla laringe, per leucemie e per malattie epatiche (per entrambi i sessi), per tumori dello stomaco e linfomi non hodgkin (per popolazione maschile), per tumore del fegato (per popolazione femminile). Una maggiore incidenza rispetto al resto della città - insiste il penalista napoletano - è stata registrata anche in relazione alla mortalità per malformazioni congenite nel primo anno di vita». Scenario d’insieme allarmante, la convinzione da parte di decine di residenti che hanno letto le conclusioni del ctu di vivere nella zona più inquinata e a rischio d’Europa. Poi la richiesta di non abbassare la guardia, di non calare il sipario su una storia lunga decenni, messa insieme da decine di persone che raccontano i loro dolori a partire dalle cartelle cliniche. Documenti impietosi. Ma il caso Pianura, al di là delle decisioni che verranno assunte dal giudice al termine della udienza camerale, resta formalmente aperto su un altro binario: è stato infatti lo stesso pm Stefania Buda a disporre lo stralcio dell’indagine sulla chiusura della discarica (anno 1995), ipotizzando reati ambientali destinati a finire sul tavolo del coordinatore della sezione ecologia, il procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Quattro indagati in questo caso, per loro l’inchiesta va avanti.

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