"Falde acquifere inquinate", choc a Terzigno

Documento della Provincia, i sindaci inviano le carte in Procura: "Chiudere subito la discarica"
13 ottobre 2010 - Francesco Gravetti
Fonte: Il Mattino

Terzigno. Un documento di qualche mese fa, misteriosamente tenuto nascosto fino a ieri, sta agitando gli animi dei cittadini della zona vesuviana e sta inquietando gli amministratori dei Comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno. Si tratta di una nota della Provincia di Napoli, area Ambiente, che riporta i risultati di un monitoraggio dei pozzi effettuato dall’Asìa Napoli, l’azienda che gestisce la discarica, proprio nei pressi dell’impianto ex Sari. Dalla nota si evince chiaramente che nella falda acquifera intorno alla discarica c’è stato il superamento dei limiti consentiti dalla legge di ferro, manganese, nichel, zinco, cadmio e soprattutto Pcb. È un acronimo che sta per policlorobifenili, una classe di composti organici considerati inquinanti e dalla tossicità vicina a quella della diossina. Il documento elenca tutte le campionature effettuate dall’ottobre del 2009 al maggio del 2010. Firmato dal funzionario Salvatore Capasso e dalla dirigente Maria Teresa Celano, è indirizzato alla stessa Asìa, al ministero dell’Ambiente, al Comune di Terzigno, all’Arpac, all’Asl. A tutti viene chiesto di adottare le iniziative per quanto di loro competenza. Il protocollo di uscita della Provincia è datato 22 luglio 2010 e per quale ragione sia venuto fuori solo adesso resta un mistero. Dal Comune di Terzigno fanno sapere che l’hanno ricevuto pochi giorni fa e che subito hanno attivato gli uffici per gli adempimenti del caso. Resterebbe, dunque, un buco di più di due mesi, rispetto al quale si stanno già scatenando le polemiche, soprattutto di una parte dei comitati. In ogni caso, appena venuto fuori il documento, i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno si sono subito riuniti con i rappresentanti dei movimenti, i comitati e le mamme vulcaniche. Due ore fitte di discussioni, per capire cosa fare ed in che modo gestire questo ennesimo allarme. Sindaci e cittadini hanno letto più volte la documentazione, poi hanno deciso di inviare tutto alla Procura di Nola. «Se i limiti sono fuori norma, ci potrebbero essere gli estremi per la chiusura della discarica», è il ragionamento fatto. Soprattutto i comitati si aspettano che i magistrati dispongano il sequestro cautelativo dell’impianto. La denuncia, comunque, sarà fatta soltanto questa mattina, dopo che il sindaco di Terzigno Domenico Auricchio avrà chiamato l’amministrazione provinciale, l’Arpac e l’Asl. Dall’ente guidato da Luigi Cesaro, i sindaci del Vesuviano si aspettano, infatti, un intervento immediato: «Sono loro ad avere competenza sulla gestione del sito», dicono. Mentre all’Asl e all’Arpac chiederanno di effettuare altri rilievi, per avere conferma delle analisi diffuse dall’Asìa. «È una vicenda serissima, che va chiarita in tempi rapidi», dice il vicesindaco di Terzigno Francesco Ranieri. Non solo, in un comunicato inviato dall’ufficio stampa del Comune di Boscoreale i sindaci ricordano anche che Cesaro aveva preso l’impegno di farsi «promotore di un urgentissimo incontro con il presidente della giunta regionale e con il governo per scongiurare, definitivamente, la paventata ipotesi di apertura di una seconda discarica nella cava Vitiello» e lo sollecitano a muoversi. Il clima, insomma, potrebbe tornare a farsi incandescente dalle parti del parco Vesuvio. Da giorni erano cessati gli scontri e si era messa in moto la diplomazia. Questa sera il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella darà anche la cittadinanza onorario al vescovo di Nola Beniamino Depalma e a Giovandomenico Lepore, procuratore della Repubblica di Napoli, che per primi avevano difeso la battaglia dei manifestanti, escludendo che tra loro ci fossero camorristi. Ma quella che doveva essere una festa potrebbe diventare l’occasione per una nuova protesta. I comitati, infatti, hanno già programmato una manifestazione per la serata, presso la rotonda di via Panoramica, mentre il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, spiega: «Con questi elementi - dice - ci sembra improbabile aprire la nuova discarica. Anzi, ci sono tutte le premesse per chiudere anche la prima».

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