Caos consorzi in 1250 pagati per non lavorare

I Comuni fanno marcia indietro e stipulano contratti con i privati
13 ottobre 2010 - Antonio Pastore
Fonte: Il Mattino

Mentre il Consorzio unico di bacino affonda in un mare di debiti perché i Comuni non pagano, negli ultimi tempi la fuga (legittima e non) dal Cub sta dilagando. In una lettera di cinque cartelle indirizzata ai prefetti di Napoli e Caserta e alla magistratura, Tortorano denuncia il paradosso: da una parte le stesse amministrazioni che dichiarano di non avere soldi per il Consorzio li trovano inaspettatamente per stipulare contratti con i privati; dall’altra questi distacchi per i contribuenti si traducono in un servizio pagato due volte. Un corto circuito evidente - poi - per i dipendenti (1250 solo per l’articolazione casertana) retribuiti - magari a singhiozzo, ma comunque retribuiti - per non svolgere il loro lavoro. Rimettendo in discussione anche la quota di esuberi calcolata da Bertolaso con il decreto dell’11 agosto: che, con la miriade dei Comuni intenzionati ad autogestirsi e dipendenti di fatto a spasso, non saranno più - per Napoli e Caserta - 424 ma molti di più. Il cerino resta per il momento nelle mani del commissario liquidatore Gianfranco Tortorano mentre inesorabili si avvicinano le scadenze che dovrebbero decretare la fine giuridica del Cub. Sempre che Cesaro e Zinzi non riescano a strappare a Bertolaso in partenza per l’Onu la proroga di un anno. I comuni consorziati di Terra di Lavoro alla fine dell’anno sorso dovevano al Cub Napoli-Caserta 90 milioni di euro. Nei primi otto mesi del 2010, a fronte di un credito maturato di 25 milioni e 400 mila euro, il Consorzio ha ricevuto dai Comuni poco meno di 5 milioni di euro (precisamente 4.998.000,00 euro), un incasso quindi che sotto la soglia del 20 per cento del dovuto. «Tutto ciò mina la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti», si lamenta Tortorano. I paesi che sulla carta dovrebbero far capo al Cub si possono dividere in tre categorie: quelli «virtuosi» che, già prima dell’insediamento del commissario liquidatore, sono andati per i fatti loro; quelli che rimangono ancorati al Cub ma pagano poco o non pagano affatto; e quelli, infine, che hanno dichiarato la volontà di uscire dal Consorzio o lo hanno fatto negli ultimi tempi. «I comuni consorziati hanno interesse a proseguire il rapporto - denuncia il commissario - solo in quanto non pagano o pagano molto meno del costo del servizio». Salvo poi a utilizzare le carenze del Cub come giustificazione all’inadempienza e a minacciare in maniera ricorrente l’uscita dal Consorzio. Ma quando la rottura c’è, che situazione si determina? Vengono stipulati contratti con ditte che si occupano della raccolta quasi sempre senza gara d’appalto e con la formula dell’affidamento diretto invocata per la «somma urgenza» di supplire alle mancanze del Cub. Alla Esogest Ambiente srl, ad esempio, si sono rivolti i comuni di Sparanise (qui, scrive Tortorano, la situazione è gravissima) e di San Tammaro; Dragoni ha bussato alle porte della Eco Rima; Vitulazio ha commissionato una raccolta straordinaria alla DH1 di Nardi; San Prisco alla Ecological Service srl; e così via. In più: quando si passa dall’evento eccezionale alla prassi ordinaria, sostituendo il Cub con una ditta privata, si viola anche la norma del passaggio di cantiere «peraltro non assorbendo i lavoratori del Consorzio - accusa Tortorano - come sarebbe stato invece loro obbligo per legge». E a chi si appella a deroghe concesse da Roma il commissario cita l’ultima nota del Dipartimento della Protezione civile del 29 settembre che ammoniva circa le «illegittime e antieconomiche duplicazioni di attività» che si vengono a creare quando lo stesso servizio resta sulla carta al Consorzio e invece viene svolto «dalla pletora di soggetti nominati dalle singole amministrazioni come affidatari».

Ecco i debiti dei Comuni usciti dalla struttura

Il Comune di Sparanise è debitore nei confronti del Consorzio alla data del 31/12/09 per un importo pari ad € 48.153. Dal 1° gennaio al 31/08/2010 avrebbe dovuto versare € 160.000. Risultano pagati € 38.944. Il Comune di San Tammaro è debitore nei confronti del Cub alla data del 31/12/09 per un importo pari ad € 350.324. Dal 1° gennaio al 31 agosto avrebbe dovuto versare € 230.972. Risultano pagati € 188.671. Il Comune di Dragoni è debitore alla data del 31/12/09 per un importo pari ad € 550.542. Dal 1° gennaio al 31 agosto avrebbe dovuto versare € 73.370. Non risultano pagamenti nell'anno 2010. Il Comune di Vitulazio è debitore alla data del 31/12/09 per un importo pari ad € 138.995. Dal 1° gennaio al 31 agosto avrebbe dovuto versare € 209.000. Risultano pagati € 155.727. Il Comune di San Prisco è debitore alla data del 31/12/09 per un importo pari ad € 1.526.615. Dal 1° gennaio al 31/08/10 avrebbe dovuto versare € 410.779. Risultano pagati € 371.270 Il Comune di Piedimonte Matese è debitore alla data del 31/12/2009 per un importo pari a € 477.470. Dal 1° gennaio al 31/08/10 avrebbe dovuto versare € 558.527. Risultano pagati € 162.120.

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