Protezione Civile Bertolaso lascia tra un mese
E la struttura di Napoli chiude tra 100 giorni
C’è la data dell’addio, c’è il successore designato e c’è la ferrea volontà di lasciare. Resta da convincere il premier Silvio Berlusconi. E non è impresa facile perché il Cavaliere, prima di privarsene, ci penserà a lungo. Guido Bertolaso a novembre (forse già l’11) entro fine anno dovrebbe lasciare l’incarico di capo della Protezione civile mentre il sottosegretariato ai rifiuti è ancora in forse. Lui, il dottore - come si fa chiamare perché orgoglioso dei suoi studi in medicina - ogni volta che può lo ripete, soprattutto in pubblico e con al suo fianco l’erede designato, Franco Gabrielli, già numero due della Protezione Civile dai tempi del terremoto a L’Aquila. Berlusconi lo accontenterà? Dal quartier generale della Protezione civile fanno notare che Bertolaso è fermo nelle sue intenzioni però fanno notare anche che troppe voci su una persona - questo il ragionamento - spesso si possono concentrare anche per bruciarlo. Il riferimento a incarichi internazionali di prestigio come per esempio all’Onu dopo l’avventura alla Protezione civile non è neanche tanto velato. Così come non è criptata la delusione verso quanti storcono il naso di fronte a eventuali nuovi incarichi per il dottore. Che a 60 anni, come annunciato da tantissimo tempo, ha deciso di avvalersi della legge Brunetta che consente ai dipendenti pubblici di andare anticipatamente in pensione. Ma nessuno vede Bertolaso in pensione così presto. Stesso discorso per il sottosegretariato ai rifiuti. Qui la possibilità che Bertolaso resti in sella un po’ di più è concreta. Nonostante - il 31 dicembre - il passaggio alle Province del ciclo dei rifiuti. Il dottore potrebbe restare ma solo a certe condizioni. C’è un braccio di ferro in atto. Bertolaso è contro la proroga: «Hanno avuto tutto il tempo per attrezzarsi» il suo pensiero. L’esecutivo o almeno una parte, è possibilista. La rivolta dei sindaci dei comuni del Vesuviano, tutti targati Pdl, contro l’apertura di una nuova discarica - da Bertolaso ritenuta necessaria - non è passata inosservata. E alla vigilia di una stagione elettorale che si presume lunga nessuno vuole perdere consensi per colpa dei rifiuti. Il decreto «milleproroghe» sarà lo spartiacque. Se Tremonti dà i soldi per pagare i lavoratori dei consorzi di bacino e basta. Allora l’avrà avuta vinta Bertolaso. Se invece passano i fondi e vicino anche almeno un anno di proroga allora sì che la stagione del dottore può dichiararsi finita. Perché saranno prevalsi interessi politici su quelli generali. E per Bertolaso questo sarebbe insopportabile. «Io non so se sono stato utile, so che ogni giorno cerco di trasmettere messaggi positivi di informazione e di educazione. Se poi qualcuno mi ascolta, mi crede e mi segue, è un altro paio di maniche», ha dichiarato in una delle ultime uscite pubbliche. La filosofia che lo spinge a fare è chiara. Con questo spirito - non mancano incidenti di percorso tutti da chiarire come l’inchiesta sui grandi appalti - ha affrontato e risolto tutte le emergenze italiane negli ultimi 8 anni. Con puntate pure all’estero per lo tsunami in Indonesia. In otto anni ha ottenuto la classificazione sismica di tutti i comuni con regole chiare per costruire nelle zone a rischio. Ed é riuscito anche a imporre il catasto degli incendi e i piani di Protezione civile comunali. Non è riuscito a introdurre sistematicamente la cultura della prevenzione. Un grande cruccio. Sul quale Berlusconi potrebbe fare leva per trattenerlo. Ma i suoi fedelissimi giurano: «Se dice una cosa difficilmente cambia idea e negli ultimi mesi non fa altro che ripetere di lasciare la Protezione civile».