«Inaccessibili notizie preziose per la diagnosi e la prevenzione»

L'oncologo Mozzillo: con le campagne mirate si evitano sprechi di risorse
12 ottobre 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

«Costituire il registro tumori è un’operazione complessa ma rimane uno strumento indispensabile per le politiche sanitarie», spiega Nicola Mozzillo, docente della Federico II nonché direttore della divisione Chirurgia B del Pascale e past president della Sico. L’oncologo non entra, è chiaro, nel merito della richiesta di archiviazione dell’indagine sui veleni della discarica di Pianura, ma conferma: «Napoli dovrebbe dotarsi al più presto di questo registro».
Perché professore? «È importantissimo per la programmazione di interventi sanitari preventivi. Conoscere a fondo incidenza e prevalenza delle patologie tumorali, così come decorso e andamento, permette di affrontare e programmare interventi specifici, ottimizzando risultati e risorse. Il registro dell’incidenza dei tumori, a differenza di quello delle morti, ci danno informazioni preziosissime sin dall’inizio dell’insorgere della malattia: è uno strumento importante sotto tutti i punti di vista».
Del tipo? «Ci sono tumori che hanno decorsi molto lunghi o che non portano alla morte, come quelli della pelle. Capire come è l’andamento dei tumori, le fluttuazioni, è utilissimo per intervenire. Anche per una semplice campagna informativa: è inutile, ad esempio, continuare ad investire molto per sensibilizzare contro i rischi dei carcinomi al fegato che sono in declino e non concentrarsi su comportamenti che portano ad altri tipi di cancro in alcune zone».
Ad esempio? «In un’area come quella casertana, caratterizzata da una certa depressione socioculturale, stiamo notando un maggior numero di fumatori e una popolazione caratterizzata dall’obesità. Comportamenti da collegare ad alcuni tumori».
Nel luglio del 2007 la Regione Campania stanziò 2,5 milioni di euro proprio per allargare il censimento dai comuni della ex Napoli4 all’intera provincia di Napoli e Caserta. Cosa ne è stato? «Non posso essere io a risponderle. Tenga presente però che si tratta di un’operazione complessa: grandissime banche dati, un lavoro lungo per coordinare le fonti e soprattutto gente capace di leggere e confrontare i numeri che vengono man mano raccolti. Oltre ad una sensibilità ad hoc».
Ora scopriamo che questa banca dati serve anche nei procedimenti penali. «Perché rimane uno strumento formidabile di valutazione, per calcolare l’incidenza tra alcune patologie e le cause che le scatenano. E parliamo di un lavoro imponente perché in alcuni casi il processo di oncogenesi è lunghissimo. Ma, ripeto, occorre tener presente come il registro sia indispensabile anche alle politiche sanitarie e alle campagne: fa capire come indirizzare le risorse ed evita sprechi di risorse».

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