Acerra, spuntano i dati dell’Arpac «Le emissioni sono a basso livello»
Sono tutti al di sotto dei limiti previsti dall'autorizzazione integrata ambientale le emissioni della linea uno (l'unica in funzione) del termovalorizzatore di Acerra. Risulta dai prelievi annuali svolti nei giorni scorsi dall'Arpac. Sono ancora in corso, invece, le analisi sulle diossine e sul monossido di carbonio che saranno concluse nel giro di un paio di giorni. Dopo le polemiche di questi giorni e il via delle indagini arriva immediata la reazione soddisfatta della Partenope Ambiente che in una nota sottolinea: «I dati confermano pienamente i bassissimi livelli di emissione riscontrati sia dalla strumentazione in continuo, dati che vengono sistematicamente pubblicati sul sito internet dell’Osservatorio Ambientale, sia dalle ulteriori misurazioni effettuate da Partenope Ambiente in conformità alla legge». E ancora: «Tutte le misure riscontrate sono inferiori ai valori, più restrittivi di quelli della legge nazionale ed europea, fissati dall’A.i.a. In particolare il mercurio, oggetto in questi giorni di ingiustificate polemiche, si conferma con un valore, ben 10 volte al di sotto del limite previsto. Altrettanto risulta per il piombo».
Vanno avanti, intanto le indagini della magistratura. Ieri il capogruppo di Federazione della Sinistra al consiglio provinciale di Napoli, Tommaso Sodano è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Napoli, Federico Bisceglie e Maurizio Di Marco che conducono le indagini. Sodano che nel giugno del 2009 avea presentato un esposto chiedendo il sequestro del termovalorizzatore, ha poi sottolineato: «L'impianto è andato avanti tra continue interruzioni dovute a gravi carenze strutturali e ad una cattiva gestione. Ma non solo: il 16 luglio del 2010 ci sarebbe stata la comunicazione alla protezione civile del certificato di collaudo dell'inceneritore, di cui, però, non c'e' traccia nelle istituzioni campane a partire dalla Provincia di Napoli che, invano, ne sta chiedendo conto alla Società Partenope Ambiente, di proprietà dell'A2A che gestisce l'impianto. Un collaudo che sbloccherebbe il pagamento di 355 milioni di euro alla Impregilo da parte della regione Campania o della Protezione Civile». Il valore dell'impianto è stato stabilito dalla legge che ha sancito la fine dell'emergenza. La stessa norma, però, prevede che al valore stabilito dall'Enea vengano sottratte «Le somme relative agli interventi effettuati sull’impianto, funzionali al conseguimento degli obiettivi di costante ed ininterrotto esercizio del termovalorizzatore sino al trasferimento della proprietà». È evidente, quindi, l'importanza di chiarire che cosa non funzioni ancora correttamente nel termovalorizzatore dove attualmente sono ferme due linee alle quali bisognerà sostituire le caldaie: sembra che fossero garantite per 35 mila ore. Hanno funzionato per 5000. Sodano, inoltre, ha sottolineato che, come anticipato da Il Mattino, la direzione ambiente della Provincia di Napoli ha svolto una relazione nella quale si legge che l'impianto di Acerra non è conforme a quanto previsto dall'autorizzazione integrata ambientale, in quanto manca un secondo sistema di monitoraggio al camino, un sistema per il controllo in continuo del mercurio e un sistema per il prelievo in continuo dei microinquinanti organici.