Salerno, premier e Carfagna con De Luca Cirielli «perde» il termovalorizzatore
Un impianto di dimensioni tutte da contrattare e una società di scopo per costruirlo. Sono questi i due corni del problema «termovalorizzatore di Salerno» che andranno affrontati al tavolo istituzionale con Bertolaso, il Comune di Salerno (a guida Pd) e la Provincia (governata dal Pdl). Il terzo impianto insieme ad Acerra e a Napoli est che distruggerà i rifiuti della Campania dovrà nascere in tempi brevissimi, dovrà avere dimensioni «variabili», comunque non sotto la potenzialità di 300 mila tonnellate l’anno di rifiuti, e la fase della gara sarà gestita da una società in cui entreranno sia Comune che Provincia.
Mentre Cirielli ancora si chiede a quale titolo De Luca è coinvolto nel progetto («La legge dice che siamo noi ad avere la titolarità di terreni e gestione», dice), si avvia una procedura che avrà tempi strettissimi. Una telefonata tra il sindaco Vincenzo De Luca e il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna nella giornata di ieri è servita a fare il punto della situazione sul termovalorizzatore. Non trapelano particolari sulla telefonata, ma è abbastanza evidente che tra i due si è discusso delle modalità su cui avviare la fase operativa per la costruzione del termovalorizzatore. «Impensabile che un ministro non sappia quel che accade nella sua città», fanno sapere laconicamente dall’entourage del ministro. Il ministro sapeva che la struttura dell’ex commissariato di governo per l’emergenza rifiuti raccoglieva a Salerno informazioni per conto di Berlusconi. La stessa conferenza stampa di mercoledì era stata convocata per documentare una serie di attività del governo e quindi il ministro era a conoscenza del lavoro che si stava sviluppando. Nel quadro più complessivo delle misure per affrontare la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, Berlusconi ha voluto individuare anche Salerno come tassello fondamentale della strategia. Di qui la raccolta di informazioni affidate a tecnici della protezione civile, che hanno lavorato con l’amministrazione comunale di Salerno. A indire la prima riunione, presumibilmente la settimana prossima, sarà lo stesso Guido Bertolaso. L’uomo che ha indicato in Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, il soggetto che dovrà attuare - le modalità saranno decise in seguito - le gare e le procedure relative all’avvio dell’opera. L’obbiettivo è tenere a bassa intensità il conflitto che cova sotto la cenere tra Comune e Provincia a Salerno. Se De Luca aveva comunicato l’altra settimana al premier di essere in grado di espletare una nuova gara (quelle precedenti furono ritenute «infruttuose» dalla commissione comunale), il cavaliere aveva voluto vederci chiaro ed aveva chiesto di avere quanti più elementi possibile. Poi c’è stata la telefonata di Berlusconi che conferiva l’incarico, anche sulla base di una frasetta che la relazione di De Luca aveva inviato ai tecnici. In sostanza il Comune aveva precisato alla struttura di Bertolaso di aver individuato il modello tecnologico del termovalorizzatore in un impianto capace di lavorare una quantità «minimale» di 300 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
Per Cirielli la strada maestra è segnata, in ogni caso, dalle dichiarazioni del presidente: «Confermo la disponibilità a collaborare con il Comune di Salerno per la realizzazione del termovalorizzatore, così come ho fatto per questi otto mesi», ha spiegato il presidente della Provincia che nelle ore successive alle dichiarazioni del premier aveva provato a ricostruire uno scenario diverso. «Fa piacere che finalmente il sindaco di Salerno si dichiari disponibile a trattare. La titolarità rimane in capo alla Provincia come previsto dalla legge - poi precisa - ma come ho detto più volte è giusto che il Comune possa monitorare la realizzazione di un’opera così importante e imponente sul suo territorio». Quindi chiarisce le sue ”condizioni”: «Ovviamente, ritengo inaccettabile la proposta di De Luca di elevare a 600mila tonnellate la portata dell'impianto, perché questo rappresenterebbe un vero e proprio disastro ambientale per quell'area. Non mi riferisco tanto alle polveri sottili prodotte dalla combustione dei rifiuti, quanto all'attraversamento della zona di centinaia di camion che arriverebbero a Salerno da tutte le parti della Campania». Dal comune fanno sapere che la proposta minima è di un impianto 300 mila tonnellate e che non hanno mai comunicato a Roma di essere pronti ad un impianto grande il doppio.