Appalti e veleni la Procura indaga sull'inceneritore
Saranno i carabinieri del Noe, guidati dal maggiore Giovanni Caturano, a svolgere le indagini sul termovalorizzatore di Acerra. Ieri, infatti, il procuratore Giovandomenico Lepore e i pm Federico Bisceglia e Maurizio De Marco hanno delegato i militari a eseguire verifiche sull'impianto. Sarà accertato in particolare se le sue caratteristiche corrispondano a quelle del bando di gara sia rispetto alle emissioni, sia rispetto alla qualità e alla quantità dei rifiuti bruciati.
Contemporaneamente andrà avanti l'indagine avviata al procuratore di Nola, Paolo Mancuso. Il magistrato ha spiegato martedì alla commissione ecomafie che l'inchiesta è incentrata sugli aspetti ambientali, che è partita dalle denunce dei comitati e che è più recente rispetto a quella napoletana perché solo dal 31 dicembre, con la fine dell'emergenza, è stata restituita a tutti i magistrati la possibilità di indagare.
Fino a quel momento il cosiddetto «decreto Berlusconi» del 2008 aveva stabilito che tutte le attività della magistratura in tema di rifiuti fossero concentrate a Napoli. L'inchiesta affidata ai pm Bisceglie e Di Marco, invece, è stata avviata dopo due denunce, una del comitato civico per Acerra, l'altra dell'ex senatore di Rifondazione e attuale consigliere provinciale, Tommaso Sodano.
Entrambe sono state protocollate nel 2009, quando esisteva ancora la «superprocura». Sodano aveva sostenuto che nella realizzazione dell'impianto non fossero state rispettate le 27 prescrizioni previste dalla valutazione di impatto ambientale. Prescrizioni che in ogni caso dovevano essere messe in atto entro la fine del collaudo che sarebbe stato concluso nel febbraio del 2010. Condizionali d'obbligo, visto che il documento firmato dal professor Gennaro Volpicelli, attuale direttore generale dell'Arpac, non è mai stato reso pubblico. E anche di questo aveva parlato Mancuso nel corso dell'audizione di martedì sottolineando che ottenere la documentazione sul funzionamento del termovalorizzatore non è facile e gli incartamenti richiesti non sono mai stati consegnati.
Nelle scorse settimane Sodano era già stato ascoltato dai pm, ai quali aveva fornito chiarimenti sulla denuncia del giugno 2009; domattina consegnerà un dossier per integrare le presunte carenze già segnalate allora esibendo una nuova documentazione. Il piatto forte sarà la relazione del 28 luglio della direzione tutela del territorio della Provincia di Napoli nella quale si sostiene tra l'altro che «L’impianto non è conforme a quanto previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)» per diversi motivi. Primo tra tutti il mancato smaltimento delle ceneri di caldaia contenenti sostanze pericolose.
Dal canto suo Partenope Ambiente, che gestisce il termovalorizzatore, sottolinea: «Non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale. Ben vengano le indagini perché non abbiamo nulla da temere. Ogni approfondimento potrà meglio evidenziare la professionalità, l'impegno e i risultati con cui stiamo conducendo l'impianto». Mentre si avviano le indagini su Acerra la prossima settimana il procuratore Lepore e i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, titolari delle tre inchieste napoletane sui presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti e nei collaudi degli impianti per la produzione di cdr saranno ascoltati dalla commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti.