«Il piano c'era, l'hanno buttato nel cestino»
Il professore Giambattista De Medici ha collaborato con la struttura di Bertolaso nei mesi di gennaio e febbraio di quest'anno, proprio in quel delicatissimo periodo in cui si sono scelti i siti per le nuove discariche. Docente di geologia applicata e idrogeologia della Facoltà di ingegneria della Federico II, in qualità di tecnico ha offerto la sua consulenza per le ricognizioni necessarie a individuare i luoghi dello smaltimento. Quando gli è stata fatta presente l'intenzione di utilizzare la cava di Persano ha strabuzzato gli occhi. La sua relazione, depositata regolarmente presso il commissariato ai rifiuti, prevedeva tutt'altro: siti lontani dai centri abitati, facilmente raggiungibili dai mezzi pesanti, ideali per accogliere tutta l'immondizia in eccesso.
Professore, perché la sua relazione è stata praticamente buttata nel cestino?
Resta un mistero, ancora mi devono dare una risposta. Ho portato sul tavolo diverse possibilità alternative. Luoghi facilmente reperibili, con materiale argilloso, ma lontani dai corsi d'acqua. Le mie proposte avevano ottenuto il consenso di tutte le componenti dello staff e il via libera da parte delle Apat.
Eppure a Serre hanno scelto Valle della Masseria, in un'oasi naturale...
Le dirò di più. Le cave che hanno indicato nel piano approvato per decreto, tra cui appunto Persano, assorbono percolato. Hanno quindi bisogno di spese enormi per essere messe in sicurezza. Quelle che ho indicato nella mia relazione potevano essere utilizzate in pochi giorni. Potrebbero essere, in altre parole, attive da domani mattina. L'obiezione non formale che mi hanno posto, quella dell'urgenza a smaltire i rifiuti per far fronte all'emergenza, non trova riscontri pratici.
Lei che idea si è fatto?
Credo che ci siano degli enormi interessi e che Bertolaso abbia grossi vincoli. Il commissario è costretto a lavorare con l'elenco che gli è stato fornito dalle province. Si tratta esclusivamente di cave dismesse non idonee, mentre sarebbe necessario, come ho detto e depositato negli atti, individuare nuovi siti. La provincia di Salerno, per esempio, aveva indicato addirittura Perdifumo, nel parco nazionale del Cilento, e Serre, a ridosso di un'area protetta. Fin dall'inizio sono stato in profondo disaccordo con il modo di procedere del commissariato. L'ho detto nelle diverse riunioni e anche nell'audizione alla Protezione civile.
Cosa pensa del piano di smaltimento, risolverà la crisi?
Quale piano? Non hanno un piano. Oggi ci sono solo due possibilità: portare tutte le migliaia di tonnellate fuori regione, affrontando le spese necessarie e senza farle pesare sui contribuenti - come invece accade nell'ultimo decreto del consiglio dei ministri - oppure aprire nuovi siti e smaltire i rifiuti sul territorio. Le discariche indicate non hanno nemmeno la capacità di assorbire tutto il quantitativo di immondizia accumulato. Il termovalorizzatore di Acerra, che dovrebbe entrare in funzione a ottobre, non potrebbe nemmeno lontanamente bruciare le montagne di rifiuti che abbiamo immagazzinato. Per non parlare del fatto che ci sono milioni di ecoballe non a norma. Se anche si imboccasse la strada giusta ci vorrebbero almeno cinque anni per arrivare a una normalizzazione.
Abbiamo quasi 14 anni di emergenza e il problema che viene posto dalle istituzioni è sempre quello del tempo, dell'urgenza...
Appunto. Abbiamo parlato per due mesi e mi è sempre stata fatta la stessa obiezione. Eppure avevo personalmente detto alla dottoressa De Gennaro, subcommissario e braccio destro di Bertolaso, che su Serre avrebbero avuto forti resistenze e di preparare fin da subito un'alternativa. Non capisco perché invece non l'abbiano fatto. E' chiaro che non ci sono state le intenzioni.
Ormai però siamo al collasso, con un rischio sanitario reale....
In regione siamo di fronte a una tragedia immane. Da tempo però avrebbero dovuto dichiarare il disastro ambientale e sanitario. E' necessario da parte delle istituzioni dichiarare immediatamente le proprie responsabilità. Se si chiede alle popolazioni di dimenticare il pregresso e fare sacrifici per superare l'emergenza è necessario che qualcuno risponda dello scempio perpetrato. Altrimenti non si può pretendere fiducia e collaborazione da parte delle comunità.