Acerra, c'è il "visto" di Napolitano
NAPOLI. Cade anche l'ultimo speranza dei Comitati campani sul termovalonzzatore di Acerra. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, respinge l'estremo tentativo dei cittadini di impedire lo svolgersi delle attività all'interno dell'impianto. Il provvedimento porta la data del 28 luglio ma se ne è venuti a conoscenza soltanto pochi giorni fa. A renderlo noto proprio il Coordinamento regionale rifiuti della Campania. La nota del Colle richiama anche il parere reso dal Consiglio di Stato a maggio di quest'anno, nel quale l'organo di secondo di grado della giustizia amministrativa, secondo la nota del Coordinamento, «nel respingere uno dei motivi del ricorso» sostiene che «l'autorizzazione, in deroga al già anomalo parere di compatibilità ambientale del 2005, alla combustione di rifiuti diversi dall'ormai fantomatico (e inesistente) Cdr
campano, sarebbe «ininfluente sulle emissioni» dell'impianto giacché l'ordinanza del presidente del Consiglio, quella che prevede tale deroga, avrebbe confermato i limiti di emissione precedentemente previsti». E ancora: «Che tali "intenzioni" però non fossero delle mighon lo prova il fatto che, a distanza di poco più di un anno da quel ricorso, le centratine collocate nei dintorni dell'impianto hanno fatto già registrare oltre 250 giorni di sforamento dei limiti di emissione degli inquinanti in atmosfera (su poco più di 500 giorni di funzionamento parziale dell'incenentore) rispetto ai 35 annui previsti dalla normativa». Nel comunicato si legge anche che il Consiglio di Stato, nquardo l'assenza di autorizzazione integrata ambientale, afferma che questa «sarebbe stata superata dalla sua concessione ex lege e dall'approvazione da parte della struttura commissariale di un documento sostitutivo che non solo ha negato la prevista partecipazione dei cittadini al procedimento autorizzativo, ma ha addirittura previsto l'effettuazione della maggior parte delle complesse attività tecniche necessarie per il collaudo dell'impianto in appena un giorno. Scopiamo oggi, a distanza di un anno e mezzo dalla sua inaugurazione in pompa magna che, non solo l'inceneritore non sarebbe ancora stato collaudato (per legge avrebbe dovuto esserlo entro il 28 febbraio 2010), ma, secondo i tecnici della provincia di Napoli, non rispetterebbe neppure le prescrizioni del documento sostitutivo dell'Aia».
Intanto, il sindaco acerrano Tommaso Esposito annuncia la richiesta, al procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso, di sequestrare «l'incenentore se mette a repentaglio la salute della popolazione. Tra qualche giorno, inoltre, istituiremo 1'Osservatono comunale ambientale e una commissione
tecnica costituita da professor universitari di prim'ordine. E giovedì si terrà, nella sala baronale del Castello di Acerra, un'assemblea delle associazioni promossa dall'Assocampaniafelix e Medici per l'Ambiente Campania. Tra gli invitati Tommaso Sodano, Carmine Sommese, Geremia Cavezza, le associazioni Endas, Osis, Eidos, Donne del 29 Agosto, Comitato Contro il megainceneritore di Acerra e altre sigle ambientaliste campane.