Rottami e rifiuti, l'inciviltà trionfa tra i viali del parco della Reggia

6 ottobre 2010 - Mariamichela Formisano
Fonte: Il Mattino Caserta

I resti della motozappa Un vecchio motore abbandonato chissà da quanti anni Il viaggio nel degrado della Reggia di Caserta parte dai cortili. Basoli divelti, rifiuti accatastanti tra i colonnati vanvitelliani, erbacce a far capolino tra i cornicioni. E non sorprende che le automobili parcheggiate nei ultimi due cortili del monumento, si tengano lontane dalle mura del palazzo da dove, molto più frequentemente di quanto si ammetta, piovono calcinacci e pietre dai cornicioni. E il viaggio continua attraverso il Cannocchiale, zigzagando nella casbah di zingare e venditori abusi che utilizzano i marmi reali come supporti ad ogni tipo di mercanzia. Ma il caleidoscopio di lattine, bottigliette di plastica, cartacce, e mozziconi di sigaretta attende il viaggiatore nel Parco reale, quello che due anni fa meritò la corona del «più bello D’Italia». Il mistero della lavatrice Come avrà fatto il proprietario dell’elettrodomestico a trasportarlo fin qui? Una realtà, fatta di rifiuti e ciarpame d’ogni tipo, a cui anche gli uccelli come i cigni e le oche della Peschiera Grande hanno imparato ad accettare. E basta lasciare la strada maestra, che dal Palazzo risale verso la fontana di Diana e Atteone seguendo la via d’acqua delle fontane, per conoscere lo scempio più inspiegabile. Un gabinetto di ceramica, e più in là la carcassa arrugginita di un automobile, materiali elettrici usati, sacchi di materiali apparentemente di risulta, giacciono all’ombra degli alberi secolari che costeggiano le mura di cinta della Reggia lungo le vie Tescione e Giannone. Uno spettacolo che incuriosisce ancor prima di impressionare: ma come ha fatto una macchina ad arrivare fin lì, insieme a sacchi ricolmi di chissà cosa, ed essere smontata e abbandonata senza che nessuno se ne accorgesse? Plastica e papere Nelle vasche galleggiano le bottiglie gettate da visitatori senza educazione E quando due anni fa la discarica a cielo aperto fu rinvenuta dai turisti e denunciata dai custodi della Reggia, la zona fu posta sotto sequestro dalle forze dell’ordine. Eppure dopo due anni, e ancora più ricca di materiali abbandonati, la discarica è ancora lì. Come ancora lì è la firma di Castellano Vincenzo, incisa sul basamento di una colonna al Vestibolo del piano nobile della Reggia. E anche qui la domanda di come sia stato possibile al megalomane vandalo agire indisturbato proprio all’ingresso degli Appartamenti Storici. Il grido d’indignazione dei cittadini, mai sopito negli ultimi anni, oggi ha sperimentato un altro megafono: facebook. Sulla bacheca di un visitatore della Reggia, infatti, lo scorso 12 settembre sono state pubblicate le foto della discarica Reggia, e il coro dei commenti d’indignazione è stato immediato. «Spero solo sia l’istallazione di un’artista. Spero», si legge tra i commenti alle foto che ritraggono lamiere, motori d’auto e sanitari avvolti dalla vegetazione del sottobosco. «Inoltra le foto ai quotidiani nazionali», suggerisce qualcun altro, sperando che almeno questa volta il caso Reggia meriti l’attenzione del grande pubblico e che ciò faccia da cassa di risonanza presso i ministeri romani. Due anni per rimuovere la discarica dal parco della Reggia di Caserta non bastano? Gaffiti di stupidità Nessuno ha visto e fermato l’autore dello scempio di un marmo dei giardini «È zona sequestrata e indagata dagli organi giudiziari competenti, per cui non sta a me spiegare per quale motivo il materiale non è stato ancora rimosso», commenta la soprintendente di Caserta Paola David, che invece sul degrado Reggia spiega: «A fronte dell’esiguità dei finanziamenti ministeriali per le manutenzioni, pulizie e spese bollette, le spese per la pulizia e la manutenzione del complesso vanvitelliano sono di gran lunga superiori e affidate all’episodicità e straordinarietà dei finanziamenti che il ministero eroga. Le somme che la soprintendenza spende ogni anno per la pulizia del complesso, che comprende un Parco di 140 ettari, è sicuramente non sufficiente a provvedere alla pulizia di ogni sua parte. Ciò è dovuto al fatto che la pulizia di un giardino storico necessita di competenze specifiche che non si limitano alla semplice raccolta dei rifiuti. Ciò vale anche per le vasche e le fontane». Ed è previsto entro l’anno l’avvio della raccolta differenziata dei rifiuti all’interno del monumento e del Parco Vanvitelliano. «Dopo tanti annunci, avvieremo anche la campagna di sensibilizzazione rivolta agli utenti, perché credo che più di ogni finanziamento valga il senso civico di ciascuno di noi», promette il sovrintendente David.

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