«Mini-discariche contro la crisi» scoppia la rivolta dei sindaci
Si allargano le discariche e si allarga il fronte del rifiuto. Terzigno aspetta l’arrivo di Berlusconi, annunciato, ma non ancora messo in calendario. Potrebbe atterrare già venerdì, in elicottero, per un mordi e fuggi, ma con molta probabilità la visita potrebbe slittare all’inizio della prossima settimana. I comuni vesuviani aspettano e aspetta anche il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, che, lanciate le sue ipotesi (l’allargamento delle cave dismesse), avviati i tavoli tecnici, si è attestato sulla sua linea del Piave e valuterà le controproposte. «Abbiamo messo sul piatto un piano completamente rivedibile» spiega. «Sono le nostre proposte. Gli altri facciano le proprie». Ma nei comuni che, secondo le indiscrezioni, dovrebbero concedere le mini-discariche dismesse dilaga la paura e si fanno le prove tecniche di protesta (per ora limitata ai gruppi di Facebook). A sentire la puzza come un fiato pestilenziale sul collo è soprattutto Giugliano, che potrebbe pagare il prezzo più salato. Il sindaco, Giovanni Pianese, del Pdl, non ha esitato ad alzare un muro anti-monnezza: «È semplicemente una follia. In questo territorio non può arrivare neanche più un solo chilogrammo di spazzatura». E ci va giù duro: «Dovremmo interrogarci sulle responsabilità. Due anni fa Bertolaso indicò un piano con le discariche per far fronte a ventiquattro mesi di smaltimento. Allora delle due l’una: o Bertolaso ha sbagliato o qualcuno ha perso tempo senza realizzare gli impianti necessari. È una proposta surreale. Si rileggano il rapporto Balestra prima di aprire bocca», aggiunge facendo riferimento alla recente indagine che ha definito il territorio di Giugliano pesantemente avvelenato per la presenza di rifiuti tossici. E ricorda che Giugliano ancora «attende i soldi delle compensazioni, circa 21 milioni di euro, e che a Taverna del Re ci sono ancora 6 milioni di ecoballe che marciscono sotto il sole. Attendo una risposta». E la risposta di Cesaro è arrivata a stretto giro. Una replica impegnativa: «Non ho mai detto che amplieremo discariche dismesse a Giugliano. Stiamo valutando ipotesi alternative che potrebbero consistere, dove possibile, nell’ampliamento di alcune discariche esistenti o dismesse, attraverso un’attenta valutazione dei volumi residui». «È solo un gioco delle parti», denuncia il direttore regionale di Legambiente, Raffaele Del Giudice. «Sono smentite rituali. Tutte le volte che hanno smentito mi sono preoccupato, perché Giugliano è la riserva strategica del fallimento del piano rifiuti». E ricorda come gli sversamenti non sono mai cessati nell’area a Nord di Napoli: «Due anni fa, nel pieno della crisi di Chiaiano, fecero riaprire Settecainate. A Masseria del Pozzo i conferimenti sono stati periodici. È una zona sfortunata perché paga il prezzo di una scarsa coesione sociale e quello di un vasto territorio incontrollato». Il Wwf, invece, si schiera proprio contro l’allargamento della Sari di Terzigno che deturpa «una delle più importanti aree protette d’Italia»: il Parco Nazionale del Vesuvio. Per tamponare un’emergenza che entro due mesi (in pieno clima natalizio) potrebbe esplodere, anche Acerra e Tufino rischiano di dover accogliere nuova monnezza. E pure qui il sindaco, Tommaso Esposito (centrosinistra), annuncia barricate: «La nostra opposizione ai rifiuti, impacchettati o meno, sarà intransigente, perché verrebbe compiuto uno scempio insopportabile per questo territorio». Insomma, per quanto possa essere larga una discarica, le vie sembrano sempre più strette.