«A ogni provincia i propri rifiuti? Napoli penalizzata dal territorio»

Ordine del giorno dell'Udc: "No alla provincializzazione per l'alta densità abitativa"
5 ottobre 2010 - Enrica Procaccini
Fonte: Il Mattino

«O si supera la provincializzazione dello smaltimento dei rifiuti o, in alternativa, si dia alla sola Provincia di Napoli la possibilità di individuare discariche al di fuori del proprio territorio». In vista della prossima seduta del consiglio provinciale, il gruppo dell'Udc prepara un ordine del giorno: al primo punto, un no secco all'apertura della discarica di Cava Vitiello nel Parco del Vesuvio. Poi, la richiesta di modificare la legge in base alla quale i rifiuti devono essere smaltiti nelle aree in cui vengono prodotti. Ossia, ogni Provincia deve provvedere per sé. «La conoscenza della geografia e della demografia dei luoghi - spiega il capogruppo Alfonso Ascione - richiede un maggiore realismo». Dati alla mano, la provincia di Napoli ha la superficie più piccola della regione ed è anche la più densamente popolata. «L'Udc rivolge un appello a tutti i parlamentari, in modo trasversale, perché sottoscrivano la proposta di modifica della legge, dando così forza e sostegno alla battaglia del presidente Cesaro», prosegue l'esponente centrista, che sottoline anche la necessità di intensificare i controlli sulle quote di raccolta differenziata effettuata dai Comuni, soprattutto quelli grandi (con oltre 30mila abitanti). Un argomento, quest'ultimo, su cui il capogruppo del Pd, Giuseppe Capasso, affonda il coltello: «Cesaro ha rimarcato le responsabilità del Comune di Napoli che non fa bene la raccolta differenziata. A lui ricordo che in 14 Comuni della Provincia amministrati dal centrodestra, da Giugliano ad Afragola, alla sua Sant'Antimo, la raccolta differenziata è inferiore al 20 per cento». Caustico anche il capogruppo della Federazione della sinistra. «Dopo gli incontri avuti con Berlusconi - dice Tommaso Sodano - Cesaro avrebbe dovuto dire una parola definitiva sul destino del Vesuvio, invece non ha fatto altro che far crescere l'allarme in quell'area e in altri territori. Tra le soluzioni alternative messe in campo, infatti, c'è l'ampliamento delle attuali discariche (Vesuvio e Chiaiano) o la riapertura di discariche chiuse (Tufino, Giugliano, Acerra)».

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