Terzigno, dodici molotov contro la nuova discarica

Gli ordigni trovati lungo il percorso degli autocompattatori. Due piste: camorra o gruppi antagonisti
4 ottobre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

L'Escalation Una conferenza stampa per annunciare il ritrovamento di dodici bombe molotov nei vigneti intorno a Terzigno: ieri il capo della digos, Filippo Bonfiglio, ha annunciato un passo in avanti nelle indagini per identificare i malviventi che stanno mettendo a ferro e fuoco la provincia napoletana. Con un’avvertenza: gli inquirenti stanno seguendo due piste. La prima è quella che porta all’area antagonista, la seconda riconduce alla malavita organizzata. Ma entrambe lasciano non poche perplessità. Spiega infatti Bonfiglio: «I gruppi antagonisti non utilizzano questo tipo di armi». D’altra parte la camorra «agisce solo per difendere interessi economici che in questo caso non sono stati ancora individuati». Una sola certezza: in ogni caso si tratta di «criminali» e non di normali manifestanti. Spiega ancora Bonfiglio: «Nei presidi vediamo gente normale, ma i fatti delittuosi accaduti in questi giorni sono maturati in quel contesto. E certamente agisce gente che conosce il territorio». Alla gente «normale» si chiede di tenere lontano i criminali. Le accuse nei confronti dei banditi ancora senza volto sono gravissime: si indaga per associazione a delinquere e per porto e detenzione di armi da guerra. Le molotov sono state ritrovate in via Zapatta, la strada dove passano i compattatori diretti alla discarica di Terzigno: nove molotov era vicine l’una all’altra in un vigneto. Dal lato opposto sono state individuate altre tre bottiglie incendiarie sparse nelle campagne. La Digos ritiene che siano state sistemate nei campi dove sono state ritrovate durante il corteo partito l’altra sera da Terzigno: dovevano probabilmente essere usate o durante la stessa manifestazione o al momento del passaggio dei compattatori. Le bombe incendiarie, infatti, erano sistemate in una curva in cui gli autocompattatori sono costretti a rallentare, diventando un obiettivo facile. Per cercare di stringere le manette ai polsi dei malviventi è stata costruita una task force: dal 23 settembre, data del primo raid, indagano la digos della questura di Napoli, il commisariato di San Giuseppe Vesuviano e quello di Torre Annunziata. E il ministero ha già provveduto ainviare i rinforzi. «Qualcuno potrebbe avere intenzione di mantenere accesa la protesta»: ha spiegato ieri il capo della Digos, Filippo Bonfiglio. Dietro i raid, ci sono persone che non improvvisano, ma agiscono con una «strategia», come ha spiegato Bonfiglio. Si è quindi di fronte a un «livello superiore di organizzazione», ed è unica la regia degli episodi violenti che hanno reso incandescente il clima dei giorni scorsi con 4 agenti infortunati, 2 funzionari seriamente feriti, manifestanti contusi e diversi autocompattatori in fiamme. «Vogliono fermare noi, non soltanto i mezzi che portano i rifiuti nella discarica di Terzigno», hanno detto gli inquirenti ieri nel corso della conferenza stampa. «Ci vuole fegato per lanciare roba de genere - ha spiegato Bonfiglio - Gli ordigni sono stati lanciati contro gli autocompattatori scortati dai nostri uomini. Confidavamo invece che la presenza dei nostri agenti fosse un deterrente. Non erano lì per attacchi del genere. A questo punto riteniamo che la loro incolumità sia seriamente esposta». «Le moltov potevano essere utilizzate su due fronti, a monte e a valle della discarica - ha detto la dirigente del commissariato di San Giuseppe Vesuviano, Maria Rosaria Napolitano - Oppure l’intenzione era quella di usare le bottiglie incendiarie prima contro i mezzi, e poi, in una eventuale fuga, per proteggersi le spalle». Si continua a indagare anche sull’assalto ai mezzi di Enerambiente, la societo che gestisce la raccolta a Napoli. Con una certezza: ad agire sono stati gli interinali della Davidevo, la cooperativa dei lavoratori a tempo che rischiano di perdere il lavoro

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