"Chicca, rabbia e dolore come quella sera"
ATRANI Sollievo, disperazione e rabbia: sono i sentimenti della gente della Costiera alla notizia del ritrovamento di Francesca Mansi. Sollievo perché ormai si erano quasi perse le speranze di dare alla famiglia di Minori almeno un corpo su cui piangere. Disperazione perché si è ripiombati nel clima pesante del 9 settembre, quando il fiume e il fango devastarono cose e persone. Rabbia perché dopo la morte di Chicca si pretende che la questione del dissesto idrogeologico della Costiera non sia più dimenticata. «Ho saputo del ritrovamento alle 17, me lo ha detto il sindaco. Da allora mi sento come svuotato». Lello Rispoli, il proprietario del bar La Risacca dove lavorava Francesca, è attonito proprio come 23 giorni fa. Allora vagava tra le strade di Atrani sotto choc, zoppicando con la gamba fasciata dopo essere stato sbattuto dalla furia delle acque all'interno del suo locale. Ieri è ripiombato nella stessa angoscia. «È difficile accettare questa cosa - continua - Certo si dice: almeno la abbiamo ritrovata. Ma non è normale quanto avvenuto. Ancora faccio fatica ad accettare tutti gli eventi di quella sera. E il dolore, il dolore non va via». Dal 9 settembre, dopo che i video dell'alluvione sono stati immessi sul web, quella scelta di rimanere nel bar mentre il torrente Dragone urlava la sua rabbia torna con drammatica angoscia. Le immagini sono chiare: il fiume che impazza ormai fuori controllo, l'acqua che sale nella piazzetta della cittadina, poi la prima ondata che porta giù le prima auto ma ancora consente alle ultime persone di scappare via nelle zone più alte di Atrani. Sembrava più sicuro rimanere dentro il locale chiuso, invece il Dragone è arrivato e si è preso Chicca. «Hanno ritrovato a' guagliona». La frase ieri rimbalzava dalle strade ormai ripulite di Atrani al corso di Amalfi. Tutti a voler sapere, a sorprendersi per quel corpo arrivato così lontano, fino in Sicilia. «Poverina, così giovane - l'ultimo pensiero per Chicca - Pensa il mare che è capace di fare». «Sono commosso, sono 24 giorni che prego Iddio che il corpo di Francesca possa essere restituito ai suoi cari - dice il sindaco Nicola Carrano - La conoscevo da tre mesi. Era una ragazza splendida, solare, una giovane davvero in gamba». «Speriamo che il sacrificio di questa ragazza sia da stimolo - aggiunge Andrea Reale, primo cittadino di Minori, la città natale di Chicca - perché ci sono problemi di dissesto idrogeologico che coinvolgono l'intera Costiera. Anche qui a Minori abbiamo alcune emergenze, non legate al torrente Minor, ma alla montagna che si affaccia da Ravello. Chiediamo di tenere alta l'attenzione e attuare un progetto che serve al monitoraggio». Dopo l'alluvione e lo sforzo per ritrovare la Mansi, il tema è infatti quello di una Costiera che se ne cade a pezzi con Ravello e Scala che finiscono sul banco degli accusati da parte dei centri che affacciano sul mare. «Ammettiamolo: avevamo perso ogni speranza di trovare Francesca - dice Gino Amato del comitato Sos Dragone - Oggi ci sentiamo sollevati, ma questo evento non cambia un dato: gli amministratori, le istituzioni in questi anni sono stati latitanti se non incapaci sul tema del dissesto e della prevenzione. La questione è stata sottovalutata. Ma ormai non si può più scherzare con la vita della gente».