Napoli

Via i rifiuti, ma solo nel centro di Napoli

Presidente netturbino Per l'arrivo del premier mobilitati tutti i mezzi per ripulire la città «bene». Ma in periferia e in provincia si soffoca come prima
20 maggio 2008 - Adriana Pollice

Il centro cittadino libero dai rifiuti, un inedito panorama apparso all'improvviso ieri mattina a Napoli. La sera la città aveva salutato l'ennesima domenica di crisi ma l'arrivo di Berlusconi è alle porte e allora cominciano le pulizie straordinarie. In strada sono rimaste 3.500 tonnellate circa di spazzatura rispetto alle 5.100 giacenti sabato scorso, ma nascoste nelle vie secondarie o nei quartieri periferici, mentre si continua a smaltire l'ordinario. A ingoiare le 50mila tonnellate di immondizia abbandonata sulle vie campane finora tre siti (gli impianti di cdr di Giugliano e di Caivano oltre la discarica di Macchia Soprana), ma da oggi ripartono i treni verso la Germania, con l'obiettivo di smaltire 30mila tonnellate, a un costo di 250 euro la tonnellata. Rimessi in moto anche i sette impianti di combustibile da rifiuti, mentre continuano i lavori di allestimento delle discariche di Savignano in Irpinia e Sant'Arcangelo Trimonte, nel Sannio.
«I sacchetti li hanno tolti ma dovevano pure disinfettare, qua puzza comunque» si lamentano capannelli di napoletani a via Toledo. Intorno ai luoghi dove fino al giorno prima giacevano cumuli di spazzatura c'è un inquietante alone nero maleodorante, la cui circonferenza misura l'entità della collina sparita nella notte. Il colpo di prestigio affidato all'esercito, 300 uomini con circa 200 mezzi tra Napoli e provincia, impiegato per ora a spalare rifiuti ma presto a presidiare, contro le prevedibili proteste popolari, i siti dei termovalorizzatori in costruzione e la nuova ondata di discariche.
Intanto, si cerca di ripristinare un minimo di ordine per non turbare l'immagine del presidente in versione netturbino di fronte alle telecamere mondiali. In campo non c'è solo l'esercito ma anche i mezzi dell'Asìa, che pure di solito non brillano per solerzia, come sottolineato a più riprese dall'assessore regionale Velardi. All'una del pomeriggio i furgoncini ancora zigzagavano tra i vicoli armati di scopa e paletta, come svuotare il mare con un secchiello. E se nei quartieri collinari del Vomero e dell'Arenella, così come a Chiaia e al centro, da piazza del Plebiscito a piazza Dante, le strade sono sgombre, basta salire un po' verso via S. Teresa degli Scalzi fino ai Colli Aminei per ritrovare cumuli di sacchetti e napoletani in marcia con il fazzoletto sulla bocca. Oltre, da Miano a Secondigliano, da Pianura a Ponticelli, la situazione è insostenibile.
In attesa dell'ennesimo piano rifiuti, i comitati intanto si organizzano per impedire nuovi colpi di mano. Mobilitati i cittadini di Marano contro l'apertura di un mega sversatoio di tal quale nelle vicine cave di Chiaiano, mobilitati quelli di Giugliano in vista di una ventilata riapertura per sette giorni del sito di stoccaggio di Taverna del Re, conferimento previsto 20mila ecoballe, ora chiuso dopo averne ingoiate circa due milioni. Sit-in di protesta ieri al sito di stoccaggio di Coda di Volpe, nel comune salernitano di Eboli, dove sono cominciate le operazioni di sistemazione delle ecoballe provenienti dai vari impianti ex cdr della Campania. Il sito era stato sequestrato lo scorso mese dalla magistratura, così come Pianodardine, nell'avellinese, dove sono cominciati i lavori di adeguamento. Anche a Serre situazione tesa: si temeva un ampliamento dello sversatoio di Macchia Soprana, ma il commissario straordinario De Gennaro rassicura. Il protocollo d'intesa, che fissa la capacità del sito a 700 mila tonnellate, sarà rispettato. Unica richiesta, conferire un quantitativo giornaliero superiore per sette giorni. Poi la palla tornerà probabilmente a Bertolaso. La volta scorsa furono proprio le proteste di Serre a favorire la sua rimozione.

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