Rifiuti, nulla è cambiato Napoli soffoca

Fallito il sistema B.-San Guido
A gennaio nuova emergenza
26 settembre 2010 - Enrico Fierro
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Quando scoppierà la nuova crisi della monnezza a Napoli? Si raccolgono scommesse e numeri al baricolotto. Ma l'unico numero che i napoletani non potranno giocare è 1,2, tanti sono i miliardi di euro di debiti rimasti sul groppone dei cittadini della Campania dopo un quindicennio di gestione dell'emergenza rifiuti. Un scialo gigantesco che al contribuente italiano è costato già 2 miliardi di euro. Un carrozzone di commissari che ha ingrassato camorre e politica, una pletora di strutture speciale e consorzi imbottiti di esperti pagati lordi quattrini e spazzini assistiti. La crisi nera scoppierà a gennaio. Quando ai rifiuti che normalmente producono i napoletani (2,2kg al giorno, quasi il doppio degli altri cittadini europei) si aggiungeranno quelli natalizi. Da gennaio - ha dichiarato nei giorni scorsi il dirigente del settore ambiente del Comune - non sapremo dove scaricare mille tonnellate al giorno.
Treni di spazzatura diretti in Germania
Una montagna di monnezza che porteranno all'estero con i treni. Lo ha deciso la Regione Campania. Altri soldi, milioni di euro come nei periodi peggiori dell'emergenza rifiuti, quando dalla Campania partirono per la Germania 4 milioni di tonnellate di rifiuti. Uno scandalo anche al centro dell'inchiesta "Rompiballe" della procura antimafia di Napoli. Ora si ricomincia e questavolta è il pupillo di Berlusconi, Stefano Caldoro, a ricorrere ai treni della vergogna. Coiì li chiama Il Mattino  che ha scoperto un bando dell'ente, scadenza il prossimo 27 ottobre, destinato ad operatori privati. Una vera cuccagna, un'autostrada aperta alle imprese della camorra spa che sul trasporto e lo smaltimento dei rifiuti ha costruito le sue fortune. Ai treni, quindi, perché l'emergenza è alle porte e il miracolo si è rivelato un bluff. "In Campania - scrive Judith A. Merkies, capo della delegazione dell'Unione europea, che lo scorso aprile havisitato lar egione - manca una strategia integrale per i rifiuti". Altrove raccolgono, separano, riciclano. Qui no. La raccolta differenziata è sotto il 20 per cento. A Napoli città per il momento la fanno solo 135 mila cittadini. "Potremmo arrivare a 200 mila - hadetto nei giorni scorsi Claudio Cicatiello, il presidente dell'Asia, la società per la raccolta dei rifiuti - ma non ci sono soldi". E non ci sono impianti di compostaggio (separazione dell'umido dai rifiuti solidi e preparazione di fertilizzante), in tutta la regione ne funziona solo uno (Salerno), il resto va portato via. A cento euro al quintale, tanto costa il trasitrimento in Sicilia della monnezza napoletana. Che fare, allora? Bruciare i rifiuti? Non è possibile, perché la storia degli inceneritori in Campania è uno scandalo nello scandalo. Ne avevano previsti almeno quattro, ne esiste uno solo, quello di Acerra.
La flction Berlusconi con elmetto giallo
RICORDATE Berlusconi con l'elmetto giallo in testa che preme il bottone rosso dell'accensione dei forni? "Questo gioiello è un dono di dio", disse entusiasta. Era una fiction. Perché l'inceneritore funziona poco e male. Dovrebbe bruciare 2 mila tonnellate di rifiuto al giorno, non vaoltre le 500. Su tre linee ne funziona solo una e in 18 mesi ha sforato per ben 250 volte i limiti di emissione delle polveri sottili. "La verità - dice un tecnico della struttura - è che i forni sono pieni di buchi". Guido Bertolaso assicura che tutto va bene, i manager della Partenope, la società mista che gestisce l'impianto, rassicurano. Ma la verità è che "quei forni sono pieni di buchi, vanno rifatti", insiste il tecnico. Altri mesi di lavoro, nuovi blocchi, altri soldi che andranno ad aggiungersi ai 500 milioni di euro di costo complessivo dell'impianto. Dove portare i rifiuti? Le discariche sono in via di saturazione e non ce la fanno più a sopportare il peso di 5-6 mila tonnellate di monnezza che ogni giorno vengono scaricate. C'è un dramma nel dramma, quello delle 6 milioni di ecoballe (qualcosa come 7 milioni di tonnellate di rifiuti imballati) che sono depositate in due siti di stoccaggio nei pressi di Giugliano. "Sono sospettate di contenere rifiuti tossici", si legge nella relazione della Commissione di inchiesta dell'unione europea, e forse sono mummificate, il loro potere calorifico è troppo elevato e non possono essere bruciate.
"Silvio, il miracolo della monnezza è stato una monnezza di miracolo". C'era scritto proprio così su un cartello visto in questi giorni di emergenza a Napoli.

La Diocesi di Nola La camorra dietro ie proteste? Un aiibi

Seduto all'interno di una tenda piantata ai piedi del Municipio, il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella ha iniziato lo sciopero della fame. "Lo finirò solo quando avrà udienza da chi ha deciso l'apertura di una seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio". Intanto i comitati continuano a presidiare la rotonda di accesso all'impianto Cava Sari di Terzigno e ad occupare il municipio di Boscoreale. Dalla notte fino atarda mattinata, hanno sversato in Cava Sari 190 auto-compattatori, grazie al provvedimento del prefetto di Napoli che ha annullato le ordinanze sindacali, che ne impedivano il transito dalle 23.30 alle 9 di mattina. E a Napoli, lentamente, si sta tornando alla normalità: 1500 tonnellate di immondizia sono state tolte dalle strade. Ne mancano ancora 600. Infine, c'è la dura presa di posizione della Diocesi di Nola: La Chiesa è molto preoccupata per quanto sta accadendo. La popolazione è giustamente angosciata per l'inquinamento in atto. La protesta è sacrosanta, dire che dietro c'è la camorra è solo un alibi per le carenze delle istituzioni".

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