Mancuso: l'inceneritore di Acerra non rende noti i dati sul mercurio
La replica di A2 A: le emissioni sono inferiori ai limiti di legge
NAPOLI — Sospetti di inadempienze e di violazioni della legge. E quanto ha denunciato il procuratore della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso, alla commissione bicamerale sui rifiuti. Secondo il magistrato, la società che gestisce il termovalorizzatore di Acerra non renderebbe noti i dati relativi all'inquinamento dell'area, in particolare per quanto riguarda la presenza di mercurio. Non solo: le omissioni della ditta che gestisce il termovalorizzatore «ci sono e sono gravi. Possiamo prevedere — ha aggiunto Mancuso — che si arriverà ad una crisi nei rapporti». Insomma, per il procuratore il termovalorizzatore di Acerra viene usato in maniera «insoddisfacente e parziale» e le due linee funzionano «episodicamente» e, soprattutto, c'è una situazione «preoccupante» per quel che riguarda l'inquinamento.
Accuse gravi, quelle lanciate da Mancuso, il quale è stato ascoltato dalla commissione parlamentare assieme al comandante del gruppo carabinieri Tutela ambiente di Napoli, maggiore Giovanni Caturano. La società Partenope Ambiente che gestisce l'impianto di Acerra in una nota ha prontamente replicato: «Le emissioni sono rigorosamente monitorate secondo le procedure previste dalla legge e dalle prescrizioni autorizzative e vengono sistematicamente trasmesse agli enti di controllo con le modalità stabilite. In riferimento alle emissioni di piombo e mercurio si precisa che le stesse risultano ampiamente inferiori sia ai limiti fissati dalla normativa europea e nazionale, sia a quelli, più restrittivi, fissati dall'Autorizzazione integrata ambientale per l'impianto di Acerra. Partenope Ambiente è sempre disponibile alla più ampia collaborazione con le autorità preposte e a fornire tutti i dati di funzionamento, nel segno della completa trasparenza cui è improntata la propria gestione».
Durante le audizioni, durate circa tre ore, il comandante dei carabinieri ha ricordato che le indagini non hanno riguardato direttamente il funzionamento dell'inceneritore, ma gli impianti che avrebbero dovuto produrre combustibile da rifiuti: il cosiddetto cdr. Dagli accertamenti, sfociati in tre diversi procedimenti penali, è emerso che il combustibile inviato all'inceneritore era di qualità scadente, oltre che in misura maggiore rispetto alle quantità che l'impianto può bruciare. Per quanto riguarda, invece, le proteste nel Vesuviano contro l'apertura della seconda discarica, la pressione camorristica — è stato riferito da Mancuso e Caturano — resta forte; ma molti elementi inducono a ritenere che non ci siano i clan dietro la protesta, dal momento che i gruppi criminali, convertitisi in imprese, hanno tutto l'interesse a che la nuova discarica venga aperta. «A questo punto — ha commentato il deputato del Pd, Stefano Graziano, componente della commissione rifiuti — è indispensabile una verifica approfondita sull'attività del termovalorizzatore. La verità è che l'emergenza in Campania non è mai stata risolta». Il responsabile nazionale ambiente di Rifondazione comunista, Tommaso Sodano, ha affermato che «l'audizione del procuratore Mancuso conferma le mie denunce. Venerdì — ha concluso — presenterò un dossier in cui emergono tutte le inadempienze contrattuali, le inefficienze strutturali dell'inceneritore di Acerra e le gravi ripercussioni ambientali». Angelo Agrippa