Rifiuti, Ue all'attacco: «Rischi per la salute»
E' come un deja vù, ma di quelli che sembrano un incubo. Le montagne di rifiuti che si accatastano lungo le strade, i roghi che divampano, le proteste della gente stufa di convivere con la propria immondizia. E il rischio di possibili epidemie. Passano i mesi e l'emergenza rifiuti a Napoli è sempre uguale. Se ne è accorta anche l'Unione europea che ieri, dopo che per l'ennesima volta nel capoluogo campano è salita la tensione, è tornata ad alzare la voce: «La situazione sanitaria è grave», ha tuonato Barbara Helferirich, portavoce del commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas, per la quale l'Italia non può permettersi di perdere altro tempo prezioso.
L'Unione europea torna dunque a bacchettarci sulla questione rifiuti. Non è infatti la prima volta che le montagne di sporcizia inaspriscono i rapporti tra Roma e Bruxelles. Il 27 giugno dello scorso anno l'Unione europea aveva avviato una procedura di infrazione nei nostri confronti proprio in conseguenza all'emergenza della Campania per poi chiedere, alla fine di ottobre, ulteriori chiarimenti. E il 31 gennaio scorso era tornata a chiedere spiegazioni su come il governo Prodi contasse di liberarsi dall'immondizia, concedendo un mese di tempo per riuscirci. E questo senza perdere mai l'occasione per ribadire le sue critiche alla logica dei commissari straordinari, sempre malvisti da Bruxelles tanto da minacciare il blocco dei finanziamenti. Poi, lo scorso 6 maggio, il deferimento alla Corte di giustizia europea. E adesso che l'emergenza è tornata a esplodere in tutta la sua drammaticità, Bruxelles torna a farsi sentire: «Non possono aspettate la sentenza della Corte di giustizia europea», ha sollecitato ieri la Helferich. «Le autorità italiane devono agire in fretta per mettere fine a una situazione che presenta alti rischi per la salute pubblica».
Domani, intanto, in una Napoli attraversata da cortei di tutti i tipi, Berlusconi dovrà annunciare le misure grazie alla quali intende liberare i napoletani dai rifiuti, pena una sonora perdita di immagine. «E' la partita più importante», ha detto ieri il premier ai suoi collaboratori.
Il piano dovrebbe prevedere l'individuazione di dieci nuovi siti dove versare i rifiuti, la velocizzazione delle procedure per la costruzione di inceneritori e l'uso dell'esercito non solo per pulire le strade, come è stato fino a oggi ma anche per eventuali compiti di sorveglianza delle discariche. Provvedimenti che però rischiano di lasciare la situazione del tutto immutata, anche se non sembra escludersi la possibilità di commissariare i sindaci che si oppongono all'apertura di discariche nei proprio territori.
In queste ore al ministero dell'Ambiente si starebbe laorando anche per cercare i fondi necessari. In particolare sarebbero a disposizione sei miliardi di euro, tra finanziamenti previsti dal Cipe e staziamenti dello Stato per le «aree sottosviluppate». Si punta alla bonifica di discariche e suoli inquinati, mentre sarebbero sei i siti individuati nella zona di napoli: il litoale domizio-flegreo, quello di Pianura, quello di Napoli-Bagnoli, Napoli orientale, la zona di Sarno e il litorale vesuviano. Da capire, poi, il ruolo che in tutto questo svolgerà il commissario straordinario Gianni De Gennaro. Il governo sembra intenzionato a chiedergli di rimanere al suo posto, anche se al suo fianco dovrebbe tornare anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, per il quale si starebbe pensando a un ruolo da sottosegretario all'emergenza rifiuti. Bertolaso fu tra le prime persone che De Gennaro ascoltò quando si insediò a Napoli come commissario straordinario, ma è difficile prevedere come i due potrebbero lavorare insieme.
Intanto nei prossimo giorni Napoli potrebbe tornare una città pulita. Ieri sono ripartiti per la Germania i treni carichi di rifiuti, che porteranno via circa mille tonnellate di immondizia al giorno. In aggiunta a questo da qualche giorno sono di nuovo disponibili i siti di Eboli, Ferrandelle e Serre. «Due giorni fa - ha spiegato l'assessore alla nettezza urbana di Napoli, Gennaro Mola - sulle strade c'erano oltre 7.500 tonnellate di rifiuti, mentre oggi ce ne sono 3.900 e domani questo quantitativo si ridurrà ulteriormente. Nel giro di tre giorni Napoli sarà pulita». Poi si vedrà.