Prestigiacomo: su Terzigno decide il governo

Il ministro: valuteremo per la nuova discarica. Sibilla: garantita la provincializzazione
1 ottobre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

«Il governo si riserva di ascoltare le istanze dei cittadini di Terzigno e di valutare se effettivamente è necessaria o se possibile evitare l’apertura di questa discarica». Sono passate da poco le 15,30 quando il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, rispondendo al question time alla Camera di Nello Formisano dell’Idv sulla questione rifiuti, piazza l’affondo. Non è più sicuro dunque che a Terzigno e nel Parco nazionale del Vesuvio si costruisca un invaso da 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti. L’altolà della Prestigiacomo come è stato preso dai quattro sindaci del vesuviano? Per tutti parla il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella: «Le dichiarazioni del ministro Prestigiacomo hanno di nuovo sparigliato le carte - spiega Langella - Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Auspico un chiaro e definitivo pronunciamento del presidente Berlusconi. Intanto continuiamo a tenere alta l’attenzione». Le parole del ministro rischiano di porre una questione politica seria all’interno del governo. Quella discarica fa parte di una legge firmata da Guido Bertolaso - attuale capo della Protezione civile - all’epoca però sottosegretario all’emergenza rifiuti. Legge da lui voluta fortemente. Il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, fa riferimento a questa norma quando dice che nella riunione romana dei parlamentari campani del Pdl è stato ribadito il principio della provincializzazione della gestione dei rifiuti: «In questo modo, ogni provincia dovrà gestire i rifiuti che produce, esattamente come abbiamo fatto noi in Irpinia. Al riparo dalla realizzazione di nuove discariche per accogliere l’immondizia di altre aree». La decisione assunta è questa di proseguire sulla strada stracciata dalle legge 26, gli potranno chiedere la proroga degli attuali consorzi, ma sempre nell’ambito dela provincializzazione. Stefania Prestigiacomo non ha mancato di sottolineare che l’emergenza è figlia di una serie di situazioni a suo dire non troppo trasparenti. «Non è interesse del governo - dice il ministro - aprire discariche perché sappiamo che è una ferita aperta. E non sono in grado di dire se la seconda discarica a Terzigno sarà o no aperta. Se potremo evitare di aprirla, lo faremo: ma le discariche sono necessarie fintanto che non ci sono gli impianti». Questo il punto dolente. La legge prevedeva che a questo punto le province della Campania e quella di Napoli in particolare avessero le strutture già pronte per la gestione del ciclo dei rifiuti. Ma così non è. La Prestigiacomo ha spiegato che «il decreto legge approvato nel 2009 dal governo ha autorizzato 5 impianti di discarica che sono necessari per la transizione e la costruzione di nuovi impianti di termovalorizzazione e che sono state ottenute le autorizzazioni per l’impianto di Terzigno quella per cui è stata organizzata la protesta». Dunque, messa per il momento da parte la discarica di Terzigno come si risolve il problema dello smaltimento dei rifiuti? Due le opzioni: fuori dalla provincia di Napoli, ovvero ad Avellino in località Formicoso oppure a nel salernitano. O rimanere nella provincia di Napoli puntando sull’allargamento delle discariche già esistenti, quella di Terzigno e di Chiaiano. Tenerle vive fino alla fine del 2013 con una gestione più oculata e collocandovi circa un milione di tonnellate di rifiuti. Due anni nel corso dei quali le amministrazioni locali si devono impegnare a costruire gli impianti che servono per fare andare a regime il ciclo completo dei rifiuti. Vale a dire i termovalorizzatori di Napoli e Salerno, gli impianti compostaggio e il lancio della differenziata che deve vedere soprattutto Napoli ben sopra la media del 15 per cento. Le verifiche della Prestigiacomo sono niente altro che queste, ovvero capire se l’esistente è sufficiente per fronteggiare lo smaltimento di qui al 2013.

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