L'Assise anti-rifiuti

«Politiche sbagliate, così non ce la faremo mai»

18 maggio 2008 - Ilaria Urbani
Fonte: Il Manifesto

Non è un déjà-vu nè un incubo. Le strade di Napoli stanno di nuovo sprofondando tra rifiuti e puzze nauseabonde. Sono passati soltanto tre mesi dalla temporanea soluzione del più grave allarme igienico-sanitario che la città ha vissuto negli ultimi anni, e siamo di nuovo punto e daccapo. Intanto il caldo è alle porte, mentre dalle stanze del Comune di Napoli sarebbe venuto fuori anche un piano sulla raccolta differenziata porta a porta mai attuato. Alcune voci dicono che per questo provvedimento sarebbe stato speso già un milione di euro. Da febbraio a oggi l'Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia con sede a Palazzo Marigliano, assemblea cittadina che vigila da oltre due anni sui processi democratici, ha continuato il suo lavoro per proporre un'alternativa valida alla logica dell'incenerimento e dell'arricchimento di privati e organizzazioni criminali. Nicola Capone, segretario generale dell'Assise e redattore del bollettino della plenaria di cui fanno parte la Rete Lilliput, Mani Tese, Wwf e decine di altre associazioni e Pro loco, racconta le prossime mosse per contrastare l'ennesima emergenza rifiuti.
Capone, in tre mesi nulla è cambiato e, se è possibile, la situazione è peggio di prima?
E' possibile, eccome. Se si perseguono logiche sbagliate, si peggiorano solo le cose. Nel frattempo vengono fuori notizie sempre più assurde come questo presunto piano sulla raccolta porta a porta mai avviata che ora tenteremo di spiegare ai cittadini.
Mercoledì intanto arriva Berlusconi. Gli chiederete un incontro?
Gli faremo avere un nostro appello per il ripristino della legalità in Campania in cui si spiega chiaramente che la strada dell'emergenza deve essere limitata nel tempo perché fino ad ora è servita solo a sperperare denaro pubblico. Faremo un presidio permanente a piazza Dante, ci presenteremo come «Quelli del sì» per smarcarci dall'etichetta che ci hanno affibbiato. Abbiamo proposte scientificamente provate, siamo in assemblea permanente da due anni e mezzo e la magistratura ci ha sempre dato ragione.
Dopo De Gennaro sembra possa ritornare Guido Bertolaso, cosa ne pensa?
Con Bertolaso si ritornerebbe di nuovo alla vecchia logica delle discariche. Con lui è stata aperta quella di Macchia Soprana a Serre, che è già stracolma e ha distrutto ettari e ettari di macchia mediterranea. Si ritornerà a parlare prepotentemente di inceneritori come quello di Acerra, che non sarà pronto prima di due anni, e quello di Salerno. Potrebbe ritornare l'ipotesi dei 31 piccoli termovalorizzatori e quindi le discariche saranno necessarie nonostante la Corte di Giustizia Europea abbia dichiarato che non possono raccogliere l'umido. Ci metteremo su una posizione ormai abbandonata da tutti i paesi europei.
Ma quali altre soluzioni ci sono?
Certo che le soluzioni ci sono. Come quella utilizzata dal comune di Vedelago, un comune trevigiano che affianca alla raccolta differenziata e alla separazione tra umido e secco il trattamento meccanico biologico, recuperando a freddo anche l'irrecuperabile. Da questo meccanismo si ricavano sabbie sintetiche utilizzabili nell'edilizia come materiale per mattoni e altri componenti cementizi. Tutto l'umido invece può e deve essere recuperato per fertilizzare i terreni. Esiste una normativa europea per la riconversione dei fertilizzanti chimici in biologici. Gli agricoltori possono creare il proprio centro di compostaggio nella loro campagna ricevendo 900 euro per ogni ettaro riconvertito. E il resto dei cittadini potrebbe farlo se si riaprissero gli impianti di cdr. Il nuovo assessore all'ambiente della Regione Campania Walter Ganapini è d'accordo con questa posizione: due mesi fa dichiarò che per riaprire gli impianti servono solo quindici giorni, denunciando però che i cdr sono inutilizzabili perché i tubi dell'ossigenazione sono stati sabotati. Ricordo che i cdr sono ancora gestiti dall'Impregilo-Fibe, si tratta di una struttura a perdere che ci fa spendere ogni mese 5 milioni di euro circa solo per affittare pale meccaniche e cingolate, mulinetti e piattaforme. Attrezzature che l'azienda avrebbe già dovuto avere in dotazione per lo spostamento dei rifiuti. Una colossale truffa, un meccanismo di erosione di denaro pubblico.

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