L'ira dei sindaci: non tollereremo altri soprusi
Un fronte unico, una barriera granitica. L’Irpinia respinge in maniera compatta e rispedisce al mittente l’ipotesi, rimbalzata dal capoluogo partenopeo, di trasferire in provincia di Avellino la discarica prevista a Terzigno. L’idea venuta al presidente dell’amministrazione provinciale di Napoli, Luigi Cesaro, provoca reazioni di sdegno ed indignazione. Del resto, l'Irpinia sta ancora accusando il colpo e cercando le forze per reagire al pesante schiaffo inflitto dalle aree metropolitane sul fronte sanità. Il nuovo colpo, questa volta, sembra essere stato parato in partenza dall’intervento di Cosimo Sibilia. Ma - siccome la storia insegna che, soprattutto in tema di rifiuti, in una regione come la Campania non si possono dormire sonni tranquilli - l’Irpinia risponde con parole dure e toni propri a chi si è stancato di dover far fronte ai debiti degli altri. Dagli amministratori arriva una ferma condanna alle parole di Cesaro: «Non siamo più disposti a tollerare i guasti prodotti da Napoli e Caserta, tantomeno a pagare per la loro incapacità amministrativa». La reazione più forte arriva dall’Alta Irpinia, perché quel riferimento alla provincia di Avellino riguarda chiaramente il Formicoso. Nello sterminato altopiano tra i comuni di Andretta, Bisaccia, Vallata e Guardia Lombardi risuona già quel campanello di allarme che si ode ormai da oltre quindici anni. «A me sembra - evidenzia il sindaco di Andretta, Angelantonio Caruso che, due anni fa, si trovò, appena eletto, ad affrontare la battaglia del Formicoso e pagò con l’implosione della sua squadra amministrativa - che ci troviamo di fronte ad una situazione di impazzimento generale. Cesaro ha fatto un gesto poco nobile provando a scaricare su altri i problemi del proprio territorio: si dimetta se non è capace di amministrare. Non si può immaginare che i territori virtuosi siano ancora costretti a pagare per i furbi e per coloro che non rispettano le regole». Se Caruso prova ancora a mantenere la calma, di fronte all’ipotesi discarica sbotta il sindaco di Bisaccia, Salvatore Frullone. «È sconvolgente immaginare - dichiara - che si possa aprire un altro fronte. Le parole di Cesaro si commentano da sole e dimostrano che la vergogna non ha limiti: sono il colmo della strafottenza. Il presidente della provincia di Napoli dovrebbe autosospendersi per la sciocchezza che ha detto: evidenzia l’incapacità della classe politica napoletana». Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del primo cittadino di Vallata, Francescantonio Zamarra. «È inaudito - afferma - che ancora una volta la classe politica napoletana provi a scaricare su altri la propria incapacità a programmare e gestire le problematiche del territorio. Ci troviamo costretti a difenderci da un continuo attacco di chi ci considera esclusivamente valvola di sfogo». Il sindaco di Aquilonia, Donato Cataldo, evidenzia, invece, l’impegno dell’amministrazione provinciale. «Palazzo Caracciolo - dice - sta giocando una partita tutta territoriale. Abbiamo lavorato bene e siamo pronti alla gestione in proprio: grazie a questo possiamo evitare la beffa di una nuova discarica». L’ipotesi di una nuova discarica in provincia provoca anche reazioni politiche. «Non se ne può più - tuona Italia dei Valori di Avellino che fa appello a tutte le forze del centrosinistra - di vedersi violentati continuamente in nome di una emergenza rifiuti infinita. Il «buon governo napoletano» valuta ancora una volta l’Irpinia come pattumiera della Campania, ovvia conseguenza di una sudditanza politica storica. Metteremo in piedi tutte le iniziative che si riterranno necessarie». Il presidente provinciale dell’Alleanza di centro, Vincenzo Filomena, chiede, invece, il commissariamento delle amministrazioni inadempienti. Molto forte, infine, la reazione del sindaco di Summonte, Pasquale Giuditta. «Non è corretto immaginare - afferma - che l’Irpinia possa ritornare ad essere lo sversatoio regionale. Le proposte avanzate da Cesaro dimostrano come vi sia la riproposizione di vecchi schemi. La nostra provincia, troppo spesso considerata marginale da una politica napolicentrista, ha una forte vocazione turistica e va tutelata».