Fortini (Asìa): «Ma noi rispettiamo tutte le scadenze»
«Posso dire che Asia paga sempre e regolarmente tutti i propri dipendenti e assicura alle imprese appaltatrici, Enerambiente e Igiene Urbana, il pagamento dei canoni con i quali vengono pagati anche i loro dipendenti»: l’amministratore delegato di Asia, Daniele Fortini, difende l’azienda e replica alle accuse di Bertolaso.
Chi sono i lavoratori di Davideco, protagonisti delle ultime violente proteste?
«Persone che non hanno mai avuto nessun rapporto di nessun genere con Asia. Precari, cooperative sociali, agenzie formativa e dipendenti di consorzi non hanno nessuna relazione con la partecipata del Comune e non possono essere qualificati come netturbini di Napoli».
Siete in una situazione economica difficile?
«Colgo l’occasione dello stimolo offerto dal dottor Bertolaso per ricordare che Asia non ha avuto un solo centesimo per la differenziata contrariamente a quanto è avvenuto a altri comuni della Campania che in media hanno incassato da vari attori 26,5 euro per abitante nel solo 2009. Spero che il governo voglia adoperarsi su impulso del dottor Bertolaso affinché venga permesso al Comune di Napoli di contrarre legittimamente il mutuo da 35 milioni di euro deliberato dal consiglio comunale in sede di approvazione di bilancio per il miglioramento dei servizi di igiene e gestione rifiuti della città».
Basterà a risanare le voste finanze?
«Asia ha uno sbilancio strutturale tra ricavi e costi che si aggira intorno ai 14 milioni di euro all’anno e il Comune non ce la fa, da solo, a sostenerlo. D’altra parte l’azienda ha dovuto stabilizzare, come prescritto da una legge dello Stato, 327 lavoratori del fu consorzio Napoli 5, cosa che non hanno fatto né gli altri Comuni né le Province che pure ne avrebbero uguale obbligo di legge. Questi lavoratori ci costano circa 13 milioni di euro all’anno. In più abbiamo uno sbilancio determinato da una parte dalle spese per la differenziata e dall’altra dalla gestione degli stir che è ad oggi antieconomica».
Quanto costa la differenziata?
«Rimuovere una tonnellata di rifiuti indifferenziati costa in italia in media 64 euro. A Napoli per le difficoltà gestionali del servizio, a partire dalle caratteristiche della viabilità, costa poco meno di 90 euro a tonnellata. Una tonnellata di rifiuti differenziati costa mediamente in Italia 123 euro la tonnellata. A Napoli ci si avvicina ai 160 euro a tonnellata. Pesa gravemente sullo sviluppo della differenziata la totale assenza degli impianti di compostaggio».
E gli stir?
«Sono antieconomici perché lavorano meno rifiuti del previsto. Esiste, infatti, al momento un solo termovalorizzatore, quello di Acerra mentre ne servono, come previsto, almeno tre per assorbire il materiale prodotto dagli impianti di tritovagliatura. La programmazione e la pianificazione non dipendono da noi ma dalla Provincia con la quale stiamo collaborando attivamente così come facciamo con la Regione e la missione stralcio».
Anche SapNa vi deve dei soldi?
«L’azienda della Provincia ci ha ufficialmente comunicato che entro ottobre liquiderà tutte le sue spettanze che ammontano a 11 milioni di euro: i patti saranno certamente mantenuti».