Bertolaso accusa «Emergenza a orologeria»
«A Napoli siamo di fronte a un’emergenza economica e finanziaria dovuta al mancato pagamento degli stipendi ai netturbini. Bisogna pagare i lavoratori e il problema è risolto»: lo ha sostenuto Guido Bertolaso parlando ieri su diverse reti televisive. La spazzatura, dunque, secondo il sottosegretario, continuerebbe ad accumularsi in strada non a causa della mancanza degli impianti e del malfunzionamento di Acerra, ma per l’incapacità di raccoglierla. E infatti il capo della Protezione civile sottolinea: «Bastava poco per trovare il sistema di pagare gli stipendi ai lavoratori, e il problema non ci sarebbe stato». In realtà a protestare la scorsa settimana, e a devastare camion e sedi aziendali, sono stati i dipendenti della Davideco, l’agenzia di interinali che ha lavorato per Enerambiente, che dalla partecipata del Comune ha ricevuto l’appalto per raccogliere la spazzatura in un terzo della città. I soci della cooperativa di ex detenuti hanno protestato per l’interruzione del contratto: Enerambiente, infatti, ha partecipato alla nuova gara di appalto ma non è riuscita ad assicurarsi tutti i lotti come era avvenuto in precedenza. Secondo Bertolaso le difficoltà delle ultime settimane hanno ragioni poco chiare: «Strano - dice - che il tutto avvenga in un periodo particolarmente critico da un punto di vista politico. Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, però ogni tanto si indovina pure. Non voglio fare supposizioni, registro solo che il problema del pagamento dei netturbini di Napoli si ripete in modo assolutamente ciclico e noi abbiamo sempre segnalato questa situazione drammatica. Asia, che poi appalta la raccolta della spazzatura, vanta, mi pare, un credito di 150 milioni di euro dal Comune di Napoli. Sono cose risapute, ma non risolte». Non è finita. L’analisi di Bertolaso è a tutto campo. E anche a proposito della discarica di Terzigno, Asia, che la gestisce, torna sul banco degli imputati: «Fino a quando l’abbiamo gestita noi quella discarica non puzzava: oggi mi dicono che abbia un odore nauseabondo. Me ne rammarico molto perché una discarica non dovrebbe puzzare se venisse gestita in modo corretto. È un’operazione semplicissima, non ci vuole la laurea in chimica o in biologia per assicurare che non ci siano cattivi odori. Basta lavorare in modo che la discarica sia gestita con i criteri che noi abbiamo seguito. Abbiamo realizzato sei discariche nelle province della Campania, abbiamo aperto un impianto che dai tecnici è considerato uno dei migliori in Italia, ma se non arriva la spazzatura nelle discariche e nel termovalorizzatore è evidente che il problema non si risolve». Secondo il sottosegretario ad essere assenti sono un po’ tutti gli enti locali: «Quando siamo andati via - sostiene - gli impianti erano pronti e le discariche funzionanti e non puzzolenti. Si trattava di organizzarsi. Sono passati nove mesi e siamo in questa situazione. Mi rendo conto che non è facile rilevare una gestione per 15 anni affidata ad altri, ma gli enti locali devono assumersi le proprie responsabilità. Sono d’accordo al tavolo tecnico voluto dal presidente della Provincia, Luigi Cesaro, per trovare, se possibile, un sito alternativo alla seconda discarica di Terzigno prevista dal Parlamento nazionale due anni fa». Nulla di preoccupante, invece, secondo Bertolaso per il termovalorizzatore di Acerra dove ieri si è fermata l’unica delle tre linee attualmente in funzione: «Si è fatta una tempesta in un bicchier d’acqua perché si è rotto un tubicino e quindi la linea del termovalorizzatore è ferma: riparte stanotte». Amare le conclusioni del sottosegretario: «Il resto è solamente una sensazione di grande amarezza e delusione perché abbiamo lavorato giorno e notte per risolvere dei problemi e poi per tutta una serie di questioni che nulla hanno a che vedere con le strutture che abbiamo realizzato, ci ritroviamo con la spazzatura per le strade. La gente ovviamente si avvilisce e diciamo anche che a livello internazionale facciamo una pessima figura».