Il Sindaco di terzigno: Berlusconi ha detto no alla seconda discarica
In serata l’annuncio bomba: il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, riferisce di un incontro con il premier nel corso del quale Berlusconi avrebbe annunciato che «la discarica bis nel Vesuviano non aprirà». «Sono emozionato e felicissimo - dice il primo cittadino ricevuto a palazzo Grazioli insieme con nove consiglieri comunali - Ho chiesto questa grazia al presidente e lui ha acconsentito. Mi ha detto “non la faccio al sindaco ma all’amico” e mi ha assicurato che la settimana prossima verrà a Terzigno per un sopralluogo sulla prima discarica. È una grande vittoria per la nostra popolazione». Dal canto suo, nel corso di un incontro con alcuni parlamentari Pdl, Berlusconi si è detto «pronto ad andare di persona a Napoli con il capo della Protezione civile Bertolaso per verificare la situazione dell’emergenza rifiuti nella regione». La caccia al sito alternativo a quello di Terzigno - cava Vitiello - per la discarica da 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti parte ufficialmente oggi. A Roma, dove i parlamentari del Pdl campano e gli amministratori locali si siederanno intorno a un tavolo dal titolo emblematico: «Alternative a Terzigno». Si replicherà la sera in piazza Matteotti - in Provincia - quando a intervenire saranno i sindaci del Vesuviano che hanno interrotto la protesta per capire cosa produrrà il tavolo. Quali sono le opzioni? Due. Si deve decidere se portare fuori dalla Provincia di Napoli i rifiuti oppure tenerli dentro il territorio come previsto dalla legge. In questo caso si punterebbe all’allargamento della discarica di Chiaiano e quella già esistente a Terzigno stesso. Se prevalesse l’altra tesi si punterebbe su una discarica in Irpinia, oppure a Serre nel Salernitano. Sullo sfondo il nodo dei nodi, quello che sta al centro di una ragnatela politica dove ogni possibile soluzione sembra vada a infrangersi e a rimanere impigliata. La richiesta di proroga dell’entrata in vigore della legge 26 sulla «provincializzazione dei rifiuti» da primo gennaio 2011 all’anno successivo. Ovvero posticipare l’intera gestione del ciclo della spazzatura in carico alle province. Nessuno degli enti è pronto tranne la provincia di Avellino. Napoli, Caserta, Salerno e Benevento non hanno messo mano agli impianti e sono indietro anche a livello amministrativo. Alla richiesta di proroga ha detto già no Bertolaso. Dall’altra parte, a cominciare da Cesaro, chiedono non solo la proroga per «avere ereditato una situazione difficile» ma anche mano libera dal patto di stabilità. Un braccio di ferro interno al Pdl che verrà trasferito entro domenica sul tavolo del premier che ha manifestato la volontà di incontrare i parlamentari del Pdl campano. Ma anche i sindaci del Vesuviano. Il Pdl sta vivendo quello che hanno vissuto nel centrosinistra tre anni fa all’epoca dell’emergenza. Questo lo scenario in cui si svolge oggi il vertice. Più nel dettaglio cosa significa collocare i rifiuti fuori dalla provincia di Napoli? Puntare a reperire il sito di Formicoso in Irpinia. Tuttavia nessuno da quello parti vuole pagare un prezzo così alto solo perché già in regola con la legge. Da ambienti vicino a Giuseppe De Mita trapela che il vicepresidente della Regione «non vede altra soluzione che quella territoriale, l’Irpinia non può e non deve prendersi i rifiuti di Napoli». Se non in Irpinia si ritornerebbe alla vecchia ipotesi di Serre. Infine spedire all’estero i rifiuti spendendo un capitale. La seconda opzione è più semplice e meno costosa ma a Napoli e nella sua provincia è già alta tensione. Nella sostanza si tratterebbe di allargare le attuali discariche di Terzigno e Chiaiano.