Stop alla terza linea, si ferma il termovalorizzatore

Nuovo guasto all'impianto di Acerra. Il gestore: entro domani tutto risolto. Ma scoppia la polemica
29 settembre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Ferma anche la terza linea del termovalorizzatore di Acerra. E pure in questo caso lo stop è stato provocato da un buco nella caldaia, come è già accaduto per le altre due linee che già da tempo sono in manutenzione. L’impianto è dunque ora completamente fermo, ma secondo la A2A, l’azienda che lo ha in gestione, il guasto dovrebbe essere riparato entro oggi. La Protezione civile con un comunicato spiega: «L’intervento di manutenzione è programmato a partire dalle ore 7 di domattina (stamattina per chi legge, ndr): salvo imprevisti già dalla serata di domani (oggi per chi legge, ndr) è prevista la riattivazione e, circa 12 ore più tardi, l’impianto potrà tornare a bruciare rifiuti». Se il blocco sarà contenuto nei tempi annunciati, non dovrebbe avere conseguenze sulla raccolta, soprattuto se, come è probabile, sarà allargato il range orario dei conferimenti: l’Asia dovrebbe riuscire comunque a garantire il prelievo di tutta la spazzatura. Ma la notizia è di quelle destinate a rinfocolare le polemiche. Secondo la struttura di Bertolaso: «La temporanea interruzione dell'attività è un’eventualità che rientra nella piena normalità per un impianto industriale complesso come quello di Acerra. È utile ricordare che l'impianto ha trattato sino ad ora, nei primi nove mesi del 2010, 397mila tonnellate di rifiuti, equivalenti già a due terzi della capacità annua di smaltimento del termovalorizzatore, sempre nel rispetto dei limiti di emissione fissati dagli standard di progetto, molto più severi della normativa europea». Ma il consigliere provinciale Tommaso Sodano, capogruppo di Federazione della Sinistra al Consiglio provinciale di Napoli annuncia di essere pronto a tornare alla procura di Napoli dove ha già presentato una denuncia qualche settimana fa, perché, sostiene: «chi ha sbagliato deve pagare». E ancora: «Non possiamo permettere che chi ha costruito e progettato questo impianto continui a percepire ancora soldi. Bisogna rivedere il valore di 355 milioni di euro per l’impianto e sospendere la liquidazione nei confronti del gruppo Impregilo, che ha costruito l'inceneritore». E Marco Di Lello, coordinatore della segreteria del Psi si domanda: «Il termovalorizzatore di Acerra, quello gestito dai benefattori d’Italia, come definì la famigerata Impregilo il nostro premier, non era l’albero della cuccagna, il mostro che tutto doveva ingerire?» Quella che si sta giocando in questi giorni è una partita complicata: nel marzo del 2009 Berlusconi inaugando l’impianto ne fece il simbolo dell’emergenza superata. Oggi gli stop continui rischiano di diventare il simbolo di un fallimento anche se le attuali difficoltà nascono solo in parte dagli stop alle linee. Da qui, probabilmente, la virulenza di una polemica che sembra destinata a durare. Ma non solo: sul tappeto c’è anche il pagamento dovuto a Impregilo che per legge è stato fissato in 355 milioni in base alla valutazione dell’Enea. Al momento la A2A sta pagando le riparazioni che costeranno tra i dieci e i venti milioni di euro: dovrebbe poi recuperare i soldi decurtando il trasferimento di energia alla struttura stralcio. Questa dal canto suo potrebbe ipoteticamente rivalersi su Fibe, l’azienda che ha realizzato l’impianto. Se decidesse di farlo si aprirebbe l’ennesimo contenzioso, dopo tutti quelli che hanno visto su fronti opposti l’impresa del gruppo Impregilo e il commissariato di governo. Una decisione per nulla scontata visto che la Protezione Civile parla di normali interventi di manutenzione. E non solo: in queste settimane, ovviamente, non si bruciano rifiuti e quindi non si produce energia: il mancato guadagno della A2A, ammonta a circa sessantamila euro al giorno. Soldi che, secondo contratto, saranno recuperati allungando il periodo nel quale sarà percepito il contributo statale.

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