Il prefetto: patto ambientalisti-centri sociali ma c’è anche chi vuole aggirare l’antimafia
Il questore Giuffrè: indaghiamo sulle infiltrazioni di clan e estremisti
«L’emergenza rifiuti? Il governo non è mai andato via, ma c’è ed è presente». Roberto Maroni respinge le accuse e difende l’impegno dell’esecutivo sul territorio. Il ministro dell’Interno interviene alla cerimonia di premiazione dei «piccoli imprenditori» a Castel dell’Ovo e ne approfitta per elogiare il lavoro compiuto in queste ore dalle forze dell’ordine: «Stanno gestendo con prudenza la nuova emergenza rifiuti - chiarisce Maroni - per evitare incidenti e garantire il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta». Secondo il responsabile del Viminale «esiste un piano approvato dal Parlamento che dev’essere attuato. Occorre un’azione comune, coordinata tra governo e amministrazioni del territorio. Funziona così perché le cose vadano bene. E deve applicarsi anche qui. Non si capisce perché in Campania questo sistema non possa funzionare». Il prefetto Andrea De Martino, invece, esclude il coinvolgimento della camorra nelle proteste di questi giorni a Terzigno. C’è stata piuttosto «una saldatura tra esponenti dei comitati ambientalisti locali e dei centri sociali di Napoli, sfociata in un’effervescenza violenta». Una saldatura, insiste De Martino, «già verificatasi in occasione delle proteste contro la discarica di Chiaiano, dove si sono visti in piazza personaggi riconducibili ai centri sociali Insurgencia e Officina 99». In ogni caso, aggiunge il prefetto, «il settore è sempre esposto alle infiltrazioni delle associazioni che tentano di aggirare la normativa antimafia. Proprio per questo, nel 2010, sono già state interdette cinque società campane mentre è in atto un monitoraggio costante su ditte che operano nella provincia di Napoli ma hanno la sede legale a Roma, Milano e Venezia». Il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, non ha dubbi: «Nelle violenze degli ultimi giorni non c’è nessuna prova della mano della camorra, che spesso diventa un alibi per giustificare tante cose. Un secondo alibi, poi, è rappresentato dal lungo periodo di commissariamento». «L’emergenza rifiuti è cominciata sedici anni fa ed io ho sempre sostenuto che non è mai finita - aggiunge - Si sarebbe dovuta incrementare la raccolta differenziata e si sarebbero dovuti costruire i termovalorizzatori, cose che non sono state fatte. La crisi non si può risolvere con le discariche, che vanno ad esaurimento, ma fino ad oggi ho sentito solo parole e non ho visto mettere pietre. Non tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto, insomma, a cominciare dal governo». Anche per il questore Santi Giuffrè si indaga «sia sulle infiltrazioni di elementi dei centri sociali che si stanno verificando nei luoghi della discarica che sul fronte delle infiltrazioni della criminalità organizzata, che sembrano più forti a Napoli. È chiaro che continueremo a fornire la scorta ai compattatori fino a quando dura questa situazione di emergenza che dovrà però avere un termine. A quel punto rimoduleremo il nostro intervento».