Molotov e pistole, continua l’assalto ai camion
Erano in dieci ad assaltare l’ennesimo compattatore della Enerambiente dato alle fiamme. Hanno individuato il mezzo sprovvisto in quel momento della scorta disposta dal Questore e ci hanno lanciato contro una molotov facendolo bruciare. Ingenti i danni: il camion è fuori uso, ma anche una macchina e una saracinesca sono stati avvolti dalle fiamme. Un raid in piena regola. L’ennesimo. Nella scorsa settimana, infatti, gli assalti si sono susseguiti culminando nell’invasione del deposito della stessa Enerambiente, dove sono stati rovinati 46 veicoli. Ma ieri notte i vandali si sono mossi anche su un altro fronte. A San Giuseppe Vesuviano un gruppo di malviventi armato di pistola e con il volto coperto da caschi e passamontagna, ha assaltato altri due automezzi , questa volta appartenti alla Quarto Multiservizi, diretti alla discarica di Terzigno dove contemporaneamente andava in scena l’ennesima protesta. I banditi hanno minacciato con una pistola uno dei due autisti, scaraventandolo fuori della cabina di guida. Come spiega in un comunicato del Comune di Quarto, l’autista, è stato malmenato restando ferito al braccio e alla gamba destra. L'altro automezzo è stato invece manomesso e reso inutilizzabile tranciando i cavi elettrici. L’autocompattatore, privo del conducente, scaraventato a terra dai malviventi, è scivolato su una chiazza di olio ed è finito contro un’abitazione poco distante. L’agguato appare legato alla protesta contro l’apertura di una nuova discarica nel parco del Vesuvio. Il primo episodio, invece, secondo la digos napoletana, potrebbe essere allacciato alla vertenza in corso tra i dipendenti della cooperativa Davideco e la Enerambiente, la società che ha in appalto parte della raccolta nel comune di Napoli. La matrice, dunque, sarebbe la stessa delle devastazioni della scorsa settimana nel deposito della stessa società: in quel caso i malviventi sono stati filmati e gli inquirenti sono al lavoro per identificarli. Per l’incendio di ieri sera, invece, non ci sono riprese, ma gli uomini della digos, comandata dal primo dirigente Filippo Bonfiglio, lavorano a ritmo serrato nella speranza di riuscire a scovare i criminali. Nel frattempo è stato deciso di rafforzare le scorte per garantire raccolta e sversamento: in caso contrario la città si ritroverebbe nuovamente sommersa dalla spazzatura. I lavoratori della Davideco, una cooperativa di detenuti, tossicodipenti, e disagiati, sono stati licenziati da Enerambiente (la società per la quale lavoravano come interinali) dopo l’ultima gara d’appalto bandita dall’Asia: la ditta, infatti, ha visto diminuire la fetta di città nella quale svolgerà il servizio. Gran parte dei lavoratori proviene dalla cooperativa San Marco fulminata da un’interdettiva antimafia. Gli 007 della prefettura avevano accertato negli anni passati che l’amministratore di fatto era Salvatore Lezzi, leader di una fazione dei disoccupati, assolto nell’aprile del 2009 dall’accusa di estorsione e associazione a delinquere di stampo camorristico. Ciononostante, il gruppo ispettivo antimafia che ha esaminato la pratica, ha sottolineato come la sentenza dimostri che Lezzi secondo gli stessi giudici che lo hanno assolto, era uno dei collettori di denaro «che i disoccupati pagavano alla camorra». Ma i soci si difendono sostenendo di essere completamente estranei a quelle vicende. Salvatore Nappi, uno dei lavoratori Davideco dice: «Da due mesi non percepiamo lo stipendio. Ciononostante molti di noi sono assolutamente contrari ai raid vandalici».
Continuano gli atti di guerriglia e teppismo lungo le strade che conducono alla discarica «Sari» di Terzigno. Bombe carta, blocchi stradali e ostacoli sull’asfalto: nella notte tra domenica e lunedì per impedire il transito dei camion, la strada era stata ricoperta di uno strato abbondante di olio per macchine oltre che di pneumatici usati e vario materiale di scarto. Inoltre, due enormi massi ostruivano il passaggio. È stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per rimuovere i macigni e il passaggio dei camion.
Camion sotto scorta e indagini serrate da parte della Digos per indentificare e fermare i responsabili degli atti di guerriglia degli ultimi giorni, sia nel Parco del Vesuvio che a Napoli. In particolare si stringe il cerchio intorno responsabili del raid ella settimana scorsa nel deposito di Enerambiente in via De Roberto. Ad agire furono almeno una cinquantina di persone che hanno danneggiato con mazze di ferro e estintori 46 automezzi (fa cui 4 auro e 3 furgoni) della ditta che raccoglie i rifiuti in un terzo del territorio cittadino.