Rifiuti, caccia alla discarica
NOTTATA relativamente tranquilla alle pendici del Vesuvio. Ieri c´è stato un nuovo corteo a Terzigno e un consiglio comunale straordinario a Pompei, ma intanto è stata rinviata, per gli impegni di alcuni dei sindaci, l´assemblea che doveva vedere tutti i Comuni riuniti in serata al palazzetto dello sport di Boscoreale. Ma ormai i temi sul tappeto sono due: la reale rinuncia a Terzigno da parte del governo e la ricerca di una eventuale discarica alternativa, con tutti i rischi che questa operazione comporterà con altre popolazioni. Di certo sulle pendici del Vesuvio ora si vive specialmente dell´attesa della venuta di Berlusconi, ribadita ieri dai due principali sindaci.
«È UNA tregua speranzosa – dice il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella – se venisse confermata la seconda discarica ho paura che i disordini ricomincerebbero. Ma si è aperto uno spiraglio con l´annunciata visita del premier Berlusconi, che ci fa ben sperare». Da Terzigno, il collega Domenico Auricchio, conferma: «Siamo nelle mani di Berlusconi. La sua visita è imminente, so che deve andare in Russia, ma verrà prima da noi. È persona di parola, risolverà lui tutto». È assai probabile, intanto, che, prima di risolvere, Berlusconi torni a dire la sua e a sparare a zero su Napoli e la Iervolino oggi nel collegamento telefonico allestito a Pietrelcina per la festa sannita del Pdl. Intanto i verdi, che saranno lunedì a Terzigno col segretario nazionale Angelo Bonelli, sfidano Berlusconi a sancire la rinuncia alla discarica con un decreto.
Lunedì la questione sarà anche all´esame del consiglio provinciale di Napoli. Aula intorno alla quale divampa la polemica politica. Il presidente Luigi Cesaro (nella foto) manda a quel paese il segretario regionale di Italia dei Valori, Nello Formisano, che aveva denunciato un suo rifiuto a ricevere i sindaci qualche giorno fa: «Formisano riferisce puntualmente fatti non veri». Intanto il capogruppo Pd Pino Capasso smentisce la teoria che il disastro sarebbe solo a Napoli, sotto casa Iervolino. Da sindaco di un Comune, San Sebastiano al Vesuvio, lodato per la differenziata, Capasso nota che «in 12 Comuni della provincia di Napoli amministrati dal centrodestra (Giugliano, Afragola, Arzano, Melito, Qualiano, Sant´Antimo, Casoria, Bacoli, Casalnuovo e altri) per oltre un milione di abitanti e quindi un´area più grande della città di Napoli, la differenziata è inferiore al 20 per cento».
Lo stato di incertezza dei paesi vesuviani rischia intanto di dilagare a macchia d´olio, sotto il sospetto che ciò che non andrà più a Cava Vitiello dovrà comunque andare da un´altra parte. E, poiché dopo anni di discussioni è difficile ipotizzare clamorose scoperte di siti mai visti prima, ecco che le preoccupazioni montano nei territori di sempre. L´Irpinia innanzitutto. L´allerta lo aveva già suonato nei giorni scorsi il presidente della Provincia Cosimo Sibilia, del Pdl. Ora arriva la sponda del Pd per bocca di Rosetta D´Amelio, consigliere regionale: «Sarebbe una ipotesi kafkiana. Non esiste. Il nostro territorio ha già dato per ciò che attiene ai rifiuti, non esiste per quanto ci riguarda nessuna possibilità irpina come sversatoio dell´intera regione». Infine la promessa della lotta: «C´è una legge che prevede la provincializzazione e va rispettata. Se ciò non dovesse essere, faremo fronte comune, non staremo fermi a guardare».
La teoria pare essere quella di sempre: Napoli si tenga i suoi rifiuti. Ma anche qui gli sbocchi sono pochi. A Chiaiano sono sempre sul chi va là per un possibile allargamento. Ipotesi che era stata negata di recente dalla Regione, ma questo valeva anche per Cava Vitiello a Terzigno. E, siccome l´incertezza è profonda, a Chiaiano si comincia a temere che possano essere prese in considerazione anche le cave del parco delle colline.
Nell´immediato il tema resta quello, trovare dove sversare quei rifiuti che dall´anno prossimo, con l´avvicinarsi della saturazione delle discariche oggi in uso, torneranno a angosciare i napoletani e non solo. Non potrà alleviare più di tanto questa situazione neanche la celere approvazione, da parte del Comune di Napoli, del protocollo d´intesa per il suo termovalorizzatore a Napoli Est. L´accordo prevede che il Comune indica il bando entro la fine dell´anno, poi ci vorranno comunque circa 3 anni per costruire l´impianto. E non tutti sono disposti a stendere fiori al passaggio delle nuove macchine. Rifondazione ha già fatto sentire la sua voce: «Inaccettabile l´approvazione del protocollo – dice il consigliere comunale Raffaele Carotenuto – così si legittima il governo che pensa di risolvere la crisi con nuove discariche e altri due inceneritori a Napoli e Salerno».