Paolo Russo, «La mafia non sia alibi»
Onorevole Paolo Russo, perché in Italia si crede che il modo migliore per gestire le emergenze ambientali sia la discarica?
«Quando ci sono straordinari ritardi sulla piano della modernizzazione, la soluzione più immediata che risolve le criticità è il ricorso all’uso delle discariche. Così diventano la soluzione».
Perché queste criticità si riscontrano soprattutto al Sud?
«Perché il sistema impiantistico è inadeguato e ogni emergenza si scarica sull’individuazione di un nuovo buco. Fino a quando non verranno realizzati impianti moderni che prevedano una tecnologizzazione della gestione dei rifiuti, nelle regioni meridionali ogni sussulto, ogni colpo di tosse di una filiera incerta vedrà come conseguenza i rifiuti per strada».
Perché non si riescono a costruire gli impianti al Sud? Colpa delle mafie?
«Sono molte le cause in concorso. Non sono un negazionista. Non ci penso nemmeno a dire che non esiste la mafia. Ma rischia di trasformarsi anche in un alibi. Non è pensabile che una regione come la Campania abbia un solo inceneritore. Lo stesso avviene in Calabria. La Puglia ha orientato in passato tutto il ciclo dei rifiuti sulle discariche. In Sicilia ci sono problemi analoghi. Questo non è possibile. Sono infatti risposte che provengono da classi dirigenti inadeguate».
Una situazione che favorisce la criminalità organizzata.
«Certo. E infatti ho una grossa preoccupazione. Entrerà a breve in vigore la normativa europea che introduce il libero mercato anche nelle aziende pubbliche. Nel capitale delle municipalizzate dovrà esserci quindi obbligatoriamente una quota di privati. Per cui anche nelle società di raccolta rifiuti. Bisogna fare attenzione che in alcune Regioni, come la Campania, questa non si trasformi in un occasione per far entrare dalla finestra ciò che finora abbiamo tenuto fuori dalla porta».
In Campania l’emergenza è tornata o non è mai finita?
«La precedente emergenza derivava da tre elementi. Non si capiva chi decideva. Non si sapeva dove portare i rifiuti. E c’era un esubero di lavoratori nelle aziende della raccolta rifiuti, che pesavano gravemente sui bilanci degli enti locali».
E oggi?
«Oggi le difficoltà stanno sostanzialmente nella raccolta dei rifiuti per strada. Ciò dipende dall’utilizzo del settore della raccolta rifiuti come un ammortizzatore sociale. E dalla situazione di profonda crisi dell’Asia, che vanta con il Comune un credito per 200 milioni di euro».
La soluzione è quindi lontana?
«Una stabilizzazione definitiva del problema sarà possibile quando verranno costruiti i due inceneritori a Salerno e a Napoli est. Quindi, secondo i più ottimisti entro 24 mesi, ma più realisticamente entro 36».