Birre-molotov accanto alla discarica La Digos: a rischio autisti e agenti

Terzigno, gli aggressori - ancora sconosciuti - si preparavano a un attacco. Lettera dei sindaci al Papa
4 ottobre 2010

Resta ancora da capire a cosa servissero quelle 12 molotov trovate in un vigneto di Terzigno. Se quelle bottiglie (di birra) incendiarie dovessero essere lanciate sugli autocompattatori che sversano immondizia nella discarica ex Sari o se, invece, il bersaglio dovessero essere gli innocenti partecipanti alla marcia di protesta di venerdì scorso. Di certo il segnale che scaturisce dal ritrovamento in quel campo vasto e incustodito, a poche centinaia di metri dal “fort Alamo” eretto dai manifestanti a difesa del parco del Vesuvio, è sinistro e inquietante. Lascia, infatti, intendere che il livello dello scontro si è innalzato. Anche il posizionamento delle 12 molotov fa capire che i gruppi che vogliono alimentare caos, tensione e battaglia campale (già visti in azione nei giorni scorsi), sono preparati a un attacco massiccio e improvviso, e che la tregua delle ultime ore è solo una calma apparente.
Una parte delle “munizioni”, infatti, era sistemata nel campo, ma a ridosso della strada su cui transitano gli autocompattatori carichi di spazzatura provenienti da Napoli e dalla provincia. Gli altri erano disseminati in diversi punti del vigneto ( a cui si accede facilmente attraverso un cancello mai chiuso). Una collocazione strategica, visto che in quella zona i mezzi devono percorrere un’ansa molto stretta e quindi sono tenuti a rallentare: bersagli facili per il plotone di aggressori.
«Quelle molotov – dice il capo della Digos di Napoli, Filippo Bonfiglio – sono armi vere e proprie, tali da mettere a rischio l’incolumità personale degli agenti della scorta e degli autisti diretti in discarica». Già nelle scorse settimane il bilancio di agguati, tafferugli e sassaiole è stato molto pesante: otto uomini delle forze dell’ordine feriti, una decina di dimostranti ha fatto ricorso alle cure dell’ospedale. Ma l’escalation degli ultimi giorni segna un punto di svolta: dai sassi si è passati ad atti di guerriglia con lanci di bottiglie incendiarie che hanno mandato in fiamme tre camion.
Questura e intelligence sono convinti: sul campo di battaglia di Terzigno, la strategia degli aggressori è cambiata.  «Non siamo ancora in grado di definire il profilo di chi conduce la protesta con queste modalità, ma sappiamo che non hanno niente a che vedere con la cittadinanza che sta presidiando il territorio e manifestando in modo pacifico», dice Bonfiglio. Secondo il dirigente della Digos «esiste una vera e propria strategia criminale» dietro il confezionamento e il lancio di bottiglie. Ma un’idea la Digos se l’è fatta. «C'è un substrato criminale – spiega Bonfiglio -, una realtà delinquenziale. Certamente un'associazione per delinquere che prevede un grado superiore di partecipazione perché non si può pensare a un'organizzazione estemporanea». «Quando saranno identificati i colpevoli – conclude il capo della Digos - andremo a vedere se vi è una connotazione camorristica oppure una forte connotazione di ideologismo».
Intanto una lettera appello al Papa «contro lo scempio ambientale costituito dalle discariche». La sottoscriveranno oggi i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, Torre Annunziata e Pompei nel corso di una manifestazione organizzata nella Chiesa di S. Francesco d’Assisi a Boscotrecase. I sindaci parteciperanno anche alla solenne cerimonia di accensione della Lampada della Pace davanti alla Statua del Santo.

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