Guerriglia sul Vesuvio, molotov e sassaiole contro la discarica

Un'altra notte di scontri a Terzigno. Oggi quattro cittadine si fermano. Lettera dei comitati a Napolitano
30 settembre 2010
Fonte: Il Manifesto

Come ogni notte il copione si ripete. E l'altra notte è finita con cinque feriti (quattro poliziotti e un manifestante), lanci di lacrimogeni e sassaiole. Alla rotonda di via Panoramica a Terzigno si erano radunate alcune migliaia di persone. Obiettivo: bloccare come ogni sera i camion che arrivano a sversare i rifiuti nella discarica ex Sari. Tensioni e scontri si verificano anche al corso Leonardo da Vinci, dove manifestanti hanno tentato di fermare una colonna di autocompattatori che avanzava scortata dalla polizia. Una bottiglia molotov brucia un camion della Melito Multiservizi, mentre un gruppo di manifestanti riesce a prendere le chiavi di un altro mezzo e a bloccarlo.
La situazione sociale e non solo ambientale nel napoletano è incandescente. Tra la città di Napoli che si dimena tra un consilio comunale che da mesi non riesce a riunirsi e dove ieri i disoccupati hanno occupato Palazzo Reale e organizzato presidi a piazza Municipio, al Duomo e nelle sedi di Pd e Popolari per denunciare il ritardo nel pagamento dei sussidi e chiedere la convocazione di un tavolo permanente per l'avvio al lavoro. E la provincia (non solo l'area vesuviana) dove nella mattinata di ieri altri gruppi di disoccupati hanno sversato rifiuti sulla linea ferroviaria della stazione di Acerra. Città dove ieri si è fermata anche l'unica linea dell'inceneritore funzionante (anche se per la Protezione civile oggi dovrebbe ripartire). Ma il fronte più caldo è a Terzigno, dove le «mamme vulcaniche» e i comitati hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica per chiedergli di intervenire contro la prevista realizzazione di una seconda maxi-discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. Oggi i quattro comuni più direttamente interessati, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase si fermeranno per la giornata di lutto cittadino proclamata dai sindaci Gennaro Langella, Agnese Borrelli, Domenico Auricchio e Gennaro Cirillo. Manifesti funebri sono stati affissi ai muri delle città per comunicare la morte del Parco nazionale del Vesuvio. Niente bambini a scuola, negozi con le saracinesche abbassate, uffici pubblici out a causa delle assemblee del personale convocate dai sindacati. In programma cortei con la partecipazione dei bambini e una fiaccolata, a Boscoreale, promossa dai ragazzi dell'Azione cattolica. .

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