Piano rifiuti, arriva il via libera all'unanimità
Il piano industriale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, presentato ieri mattina a Palazzo Caracciolo, è stato approvato all’unanimità dal consiglio provinciale. Tutti i gruppi in aula hanno condiviso l’ordine del giorno. La Provincia di Avellino pertanto non avrà bisogno di chiedere una proroga dei poteri commissariali, come sollecitato da altre amministrazioni campane, restando in linea con la scadenza fissata al 31 dicembre dal decreto legislativo 125-06. «La Provincia di Avellino - commenta al termine dei lavori dell’aula il presidente Cosimo Sibilia - è la prima in Campania a dotarsi di un piano industriale. Sono state rispettate tutte le tappe di un percorso che ha visto il coinvolgimento degli amministratori locali, dei consiglieri provinciali e delle organizzazioni sindacali nella fase di redazione del progetto». L’assemblea, come sottolineato dallo stesso Sibilia, chiamata ad affrontare una questione delicata come quella relativa alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, «ha dimostrato un grande senso di responsabilità mettendo da parte ogni sorta di polemica». In realtà, prima di raggiungere la condivisione unanime da parte dell’aula, la mattinata a Piazza Libertà era iniziata con un’intervento di Carmine Casarella, capogruppo dell’Udc, non proprio in sintonia con le linee guida del piano industriale tracciate poco prima dall’assessore Domenico Gambacorta e ritenute «dinamiche e in progressiva definizione» e pertanto da «rivedere territorio per territorio» per evitare disparità nella definizione dei costi generalizzati pro capite. Un assist perfetto per le istanze dell’opposizione che aveva già previsto diversi emendamenti, otto di questi del Partito democratico, e che per un attimo ha creduto che il banco saltasse con una spaccatura all’interno della maggioranza. Casarella ha poi sottolineato tutti gli aspetti da rivedere «insieme al presidente Sibilia» per stabilire ad esempio la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere nel 2012-2013 e definire i criteri per l’attribuzione di premialità ed eventuali penalità ai Comuni della provincia. «Se Sibilia andrà avanti per questa strada - ha esordito Antonio Volpe consigliere dell’Italia dei Valori - noi saremo al suo fianco, ma non capiamo come l’Udc non si senta coinvolta nel progetto. O noi abbiamo un canale privilegiato con la maggioranza o c’è malafede da parte di altri. Forse la politica dei due forni non funziona più». Dai banchi del Partito democratico, dopo aver preso atto del «distinguo in seno alla maggioranza», si preferito porre l’accento sulla necessità di prevedere altri siti di trasferenza oltre quello di Flumeri per abbattere il costo dei trasporti. «Attendiamo il piano di ambito per la definizione di nuovi siti - ha detto Antonio Felice Caputo, relatore degli otto emendamenti per il Pd - e crediamo sia opportuno un incontro con il Comune di Teora che si è visto trasferire fondi stanziati per opere già appaltate». Una serie di «critiche costruttive», come le ha definite l’ex presidente della Provincia Alberta De Simone, che «ci auspichiamo vengano recepite dalla maggioranza» nonostante l’assenza di un piano d’ambito che «doveva essere presentato contestualmente e che ci auguriamo venga portato in aula quando sarà presentato il definitivo piano industriale». Dopo la pausa, la possibile frattura all’interno della maggioranza è rientrata e alla ripresa dei lavori, dopo la riunione dei capogruppo, il documento è stato condiviso all’unanimità. «L’adozione del piano industriale di provincializzazione per il ciclo dei rifiuti - ha concluso il presidente Sibilia - dovrebbe mettere al riparo la provincia di Avellino da eventuali problemi esterni». Un piano industriale presentato a tempo di record anche per evitare che «l’Irpinia sia costretta a pagare il prezzo di inefficienze altrui».