Dossier della Digos: confermata la pista degli «antagonisti»
Dietro l'assalto ai mezzi di Enerambiente alcune maestranze di Davideco
Filippo Bonfiglio, il dirigente della Digos della Questura di Napoli, ha consegnato ieri mattina al procuratore aggiunto Aldo de Chiara le informative sui fatti che si sono verificati la scorsa settimana nel deposito Davideco-Enerambiente di via De Roberto, durante i quali vennero danneggiati numerosi autocompattatori. Entra nel vivo l’inchiesta sui raid. E le sorprese non dovrebbero mancare. Terminata la prima fase di indagine da parte della polizia, ora il materiale è al vaglio degli inquirenti. Nessun commento da parte del coordinatore della sezione Ambiente, che ha avocato a sè il fascicolo relativo agli inquietanti episodi di sabotaggio degli autocompattatori. «Siamo in una fase molto delicata - dice il procuratore aggiunto Aldo de Chiara - Non posso entrare nel merito delle indagini. Mi limito solo a confermare che stiamo esaminando il materiale che ci ha fornito ieri la Digos. E che si tratta di materiale molto interessante». La sensazione è che si rafforzi la cosiddetta «pista interna», e cioè che dietro i gravi danneggiamenti che si verificarono tra giovedì e venerdì ci possa essere la mano di qualcuno che gravita attorno alle maestranze della Davideco. Vicenda delicata e per molti versi spinosa, ma già «letta» dagli investigatori napoletani. A breve potrebbero giungere gli sviluppi giudiziari. Se Napoli è impegnata sul versante Enerambiente-Davideco, la Procura di Nola segue invece il filone relativo agli scontri e ai blocchi stradali che si sono verificati intorno alla discarica di Terzigno. Indaga l’ufficio inquirente guidato da Paolo Mancuso. Anche in questo caso i magistrati sono al lavoro sulle carte. Informative che polizia e carabinieri hanno appena messo a punto e dalle quali emerge un’analisi compiuta degli episodi. Uno dei nodi da sciogliere è legato alla presenza di soggetti «estranei» alla massa dei residenti che manifestavano contro l’apertura della seconda discarica, quella di Cava Vitiello. Sembrerebbe in ogni caso confermata la presenza di soggetti vicini agli ambienti del cosiddetto antagonismo sociale. Anche su questo versante i magistrati mantengono il massimo riserbo, e anche in questo caso la quadratura del cerchio non sembra lontana.