Roghi e guerriglia, un milione al giorno di danni
Almeno tre milioni di euro bruciati in una settimana di emergenza. I conti sono presto fatti. I danni più ingenti li ha subiti Enerambiente, la ditta che per Asia gestisce attualmente un terzo della raccolta e che dal prossimo mese avrà in carico solo due dei cinque lotti nei quali sono state divise l’area collinare e quella del centro storico. Gli uffici della società sono stati devastati: i danni, a quanto pare, si avvicinano ai centomila euro. Poi c’è stato il raid ai danni dei compattatori: ne sono stati danneggiati 46. Molti hanno avuto i parabrezza distrutti, altri non hanno più fanali e luci di posizione. Da un primo sommario calcolo risulta che ci vorrano almeno tremila euro per rimetterli a posto: una spesa che si aggira intorno ai 140 mila euro complessivi. Poi la ditta dovrà pagare la multa salata che gli verrà comminata dall’Asia e ripagare una giornata di lavoro completamente saltata costa intorno ai 140 mila euro. In totale si viaggia tra i quattrocento e i cinquecento mila euro. Anche alla partecipata del Comune di Napoli la settimana di fuoco costerà un bel po’ di soldi. La cifra più cospicua sarà spesa per gli straordinari che saranno intascati dai novecento addetti alla raccolta. Ognuno di loro lavorerà, fin quanto la spazzatura arretrata non sarà finita tutta in discarica, una trentina di ore più del normale. Ogni ora costa all’impresa circa venti euro all’ora e quindi ogni dipendente intascherà circa seicento euro e l’azienda sborserà quattrocentosessantacinquemila euro. A questi bisogna aggiungere i soldi per il fitto di dodici camion che costano 520 euro al giorno e di tre Bobcat a cento euro al giorno. Se si calcola che anche tutti gli altri novantuno Comuni della Provincia di Napoli dovranno pagare straordinari a go-go ai dipendenti propri o a quelli delle ditte che restano per ore in coda nei pressi delle discariche, è facile immaginare il bagno che subiranno le già dissestate finanze degli enti locali. Le proteste nei pressi della discarica di Terzigno da un lato, il rallentamento dello sversamento negli stir di Giugliano, Tufino e Caivano (dove stanno scaricando soprattutto le isole) conseguente al blocco delle due linee del termovalorizzatore. stanno provocando lunghe attese per depositare la spazzatura. Gli autisti non riescono a smontare e bisogna quindi pagare il lavoro extra. E non solo: se il compattatore non torna indietro non si può raccogliere la spazzatura del giorno successivo e quindi come Asia anche le altre aziende sono costrette a fittare i mezzi sul mercato. Con la conseguenza, tra l’altro, che non se ne trovano più da nessuna parte. E poi c’è il danno subito dalle aziende che si sono viste distruggere 6 camion: per ricomprarli saranno necessari circa un milione e due. Non è finita. Nel complesso delle spese bisogna calcolare tutti gli straordinari che le singole amministrazioni dovranno pagare ai vigili urbani che stanno vigiliando sulle strade dei siti e quelli che lo Stato dovrà versare a poliziotti e carabinieri in servizio permanente effettivo alla discarica di Terzigno e quelli da pagare ai dipendenti delle discariche e degli stir. Il calcolo di tre milioni sembra impreciso per difetto. Una cifra modesta se paragonata a quelle dissipate nelle lunghe emergenze degli anni passati: basti pensare che Bertolaso già nel 2009 nella sua relazione al Parlamento spiegò che il commissariato di governo nei dieci e più anni di gestione straordinaria aveva cumulato un miliardo di debiti. E non solo: l’emergenza aveva permesso di saltare gare di appalto e contratti di lavoro. Una situazione drammatica per i cittadini e per i loro portafogli, ma idilliaca per chi nel settore rifiuti continua a lavorare. C’è da meravigliarsi se l’emergenza sia diventata praticamente infinita? ©