Rifiuti: chiuso il Cdr, l’Irpinia al collasso
Annunciata, attesa. Anche l’Irpinia, come il resto della regione, piomba nella nuova fase di emergenza rifiuti. Da troppi giorni (circa tre settimane, ndr), il Commissariato non autorizza più l'evacuazione delle ecoballe dal Cdr di Pianodardine. Gli spazi disponibili per lo stoccaggio interno alla struttura sono ormai intasati. Rimangono libere solo le vie di fuga. Di più non si può. Così, da ieri mattina, i cancelli dell'impianto sono nuovamente serrati. I conferimenti bloccati. L'Asa e le altre società del settore avevano effettuato una raccolta parziale, in città ed in provincia. Ma i compattatori, in coda per diverse ore davanti ai cancelli del Cdr, sono costretti al dietrofront ancora carichi di rifiuti. Oggi lo scenario non muterà. Il Commissariato ha autorizzato, ancora una volta, il trasferimento di rifiuti foderati da tutti i Cdr della regione, tranne che da Pianodardine. Sembra di essere tornati indietro di un paio di settimane, ai momenti seguenti il sequestro del sito di stoccaggio di Pianodardine. Allora, per diversi giorni, il Commissariato non autorizzò l'evacuazione della Fos, che pure veniva trasferita, a Ferrandella, dagli altri impianti regionali. Stavolta, la situazione si ripete con le ecoballe. E l'Irpinia, che ancora non è riuscita a smaltire le circa 3mila tonnellate accumulatesi nella prima fase della crisi, rischia di finire definitivamente in ginocchio. Oggi, dunque, con i conferimenti ancora bloccati, non è prevista alcuna raccolta. L'immondizia resterà ancora per strada, aggravando il peso di un'emergenza già difficile. Solo nella città capoluogo, lungo strade e marciapiedi, sono stoccate circa 800 tonnellate di pattume. La situazione è destinata a peggiorare, ma i cittadini mostrano già segnali di stanchezza e nervosismo. Lo dimostrano gli incendi di cumuli di rifiuti, durante le ore notturne non mancano le chiamate ai vigili del fuoco, e le richieste di aiuto agli stessi caschi rossi, all'Asa, ai Comuni. Per ora, però, le popolazioni non corrono rischi. L'Asl Avellino 2, che monitora costantemente la situazione (oggi si terrà un nuovo vertice tra i responsabili del dipartimento di prevenzione, ndr), è impegnata senza sosta in operazioni di derattizzazione e bonifica ambientale. «La situazione - spiega il direttore del dipartimento prevenzione Ernesto Pompa - è sotto controllo. L'immondizia stoccata a terra, se non bruciata, non crea pericoli». Ma i rischi non mancano. «Si presentano - continua Pompa - soprattutto quando i cumuli di pattume crescono e la temperatura notturna (minima, ndr) supera i 10-12 gradi, favorendo la schiusa delle uova degli insetti vettori di malattie infettive, che si formano dalla fermentazione della parte umida del rifiuto». Per questo, l'Asl non manca di effettuare costantemente «operazioni di derattizzazione e bonifica ambientale ordinarie e straordinarie, oltre a cospargere idrato di calce sui cumuli di rifiuti».