Riparazione in corso: termovalorizzatore a regime tra un mese

Acerra, bruciate 600 tonnettalte al giorno invece delle 200 previste
A2A: "Garantito il funzionamento"
26 settembre 2010
Fonte: Il Mattino

Dovrebbe ripartire a funzionare tra ottobre e novembre almeno una delle linee del termovalorizzatore di Acerra attualmente in tilt. Quella attualmente in corso sulla linea due è una riparazione per così dire «a tempo» che permetterà il riavvio in attesa di completare la manutenzione sull’altra linea. Attualmente l’impianto smaltisce circa seicento tonnellate al giorno e si accumulano le balle prodotte dagli Stir: si aspetta ancora la firma del presidente Cesaro sull’ordinanza che permetterà di accatastarle ad Acerra nel sito del Pantano. Secondo la A2A che gestisce l’impianto da gennaio 2010 il termovalorizzatore ha trattato circa 400mila tonnellate di rifiuti, che corrispondono a due terzi della capacità annua di progetto nel funzionamento a regime (600mila tonnellate all’anno) la società ha diramato una nota in cui si sostiene: «I tecnici di A2A e di Partenope Ambiente in stretta collaborazione con il costruttore e l'amministrazione nell’ambito di un programma concordato, operano con dedizione e professionalità per garantire la continuità di funzionamento dell'impianto, consapevoli del suo importante contributo per il corretto svolgimento nel ciclo di smaltimento dei rifiuti a Napoli e in Campania». Secondo le previsioni pubblicate sul sito dell’osservatorio ambientale l’impianto dovrebbe ingoiare circa duemila tonnellate di rifiuti al giorno, più 50 mila al mese. Traguardo tagliato vittoriosamente a febbraio (51.776,15) ma mancato in tutti gli altri mesi. A gennaio sono state smaltite 46.078 tonnellate; a marzo 42.500; ad aprile 42.632; a maggio 40.982; a giugno 35.661; a luglio 41.125 e ad agosto 45.460. In totale 343.214 alle quali vanno aggiunte le circa seicento divorate a settembre quando si sono fermate due delle tre linee. Una situazione che potrebbe avere conseguenze economiche. I danni secondo le prime stime supererebbero i dieci milioni di euro mentre il mancato guadagno della A2A si aggira intorno a sessantamila euro al giorno. Il contratto prevede che i mancati guadagni saranno recuperati allungando il periodo nel quale sarà percepito il famoso Cip 6, cioè il contributo statale. I soldi per le riparazioni, invece, sono stati spesi dalla A2A che dovrebbe poi riprenderli dal trasferimento di energia alla struttura stralcio. Questa potrebbe, poi, ipoteticamente rivalersi su Fibe, l'azienda che ha realizzato l'impianto il cui valore è stato stabilito per legge si basa sulla perizia dell’Enea.

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